Non ce l'ha fatta Andrea Maggio, il ragazzo squinzanese di 24 anni rimasto coinvolto nel tardo pomeriggio di giovedì in un drammatico incidente stradale lungo la strada...
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Il terribile scontro di cui è stato vittima è avvenuto all'altezza di un incrocio che permette di svoltare per il vicino comune di Trepuzzi. Per cause ancora poco chiare, lo studente universitario di Medicina è andato a sbattere contro un'utilitaria, una Panda di colore rosso guidata da una donna di Trepuzzi, che pare provenisse dalla sua destra.
A chiarire la dinamica e le eventuali responsabilità dei conducenti dei due mezzi saranno comunque i rilievi eseguiti dagli agenti della polizia locale di Trepuzzi, intervenuti sul posto insieme ai carabinieri della locale stazione, impegnati a far defluire il traffico che per oltre un'ora ha intasato l'arteria stradale.
L'impatto è stato violentissimo tanto da sbalzare Andrea dalla sua moto, uno scooter di colore nero ed amaranto, facendolo cadere rovinosamente.
Andrea, soccorso dai sanitari del 118 allertati dagli automobilisti di passaggio, è stato trasportato in ospedale. Le sue condizioni sono apparse subito molto gravi. Arrivato al nosocomio leccese i medici lo hanno preso in consegna per disporne il ricovero immediato in terapia intensiva.
Fuori dal reparto familiari e amici sono rimasti per due giorni in ansia e nell'attesa di ricevere una buona notizia, un cenno da parte dei medici che riaccendesse la speranza. Da giovedì sera a oggi, quando purtroppo è stata accertata la morte cerebrale del giovane.
In tanti si sono recati in ospedale, compreso l'ex primo cittadino di Squinzano Mino Miccoli: «Andrea era un ragazzo gioioso e solare, sempre pronto ad aiutare gli altri, sempre disponibile. E poi era studioso, preparato, curioso della vita e con una grande cultura. Assomigliava tanto a suo padre in questo. Non c'era argomento che lui non conoscesse, non c'era conversazione tra adulti nella quale lui non sapesse dimostrare di essere all'altezza. Se c'era qualcuno in difficoltà, o che aveva bisogno di una mano, lui non si tirava mai indietro. Tutto questo era Andrea». Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia