Consumano fredda la vendetta, gli ultras del Lecce. Con un agguato a sassate. E con il lancio di una torcia, di sassi e fumogeni. Ieri sera intorno alle otto e mezza sono stati...
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Tutto è cominciato quando dalle siepi poste lungo il bordo destro della carreggiata è fuoriuscito un gruppo di circa 50/70 tifosi leccesi travisati e incappucciati, muniti di torce e fumogeni, gruppo che ha invaso la corsia del senso di marcia subito dopo il passaggio della prima autovettura di scorta della Polizia mentre transitava il convoglio dei tifosi del Pescara. I tifosi leccesi hanno lanciato una torcia - tipo bengala - sotto una delle auto pescaresi in transito. L'auto ha preso fuoco nella parte sottostante, costringendo il conducente a fermarsi e bloccando così anche il pullman dei tifosi abruzzesi.
E' quindi partita la sassaiola, il pullman è stato preso a colpi di mazza, con il parabrezza andato in frantumi dal lato del conducente.
La superstrada è rimasta bloccata per oltre un'ora: l'autista del pullman ha accusato un malore quando, poco prima delle dieci, ha raggiunto lo stadio di via Del Mare, scortato dalla polizia. E un tifoso giallorosso, vittima di un incidente 20 giorni fa, è stato condotto in ospedale perché colpito da amnesia dopo il primo gol del Lecce.
Una serata, insomma, di alta tensione quella di ieri lungo la superstrada e allo stadio salentino, dove era in programma il posticipo della partita tra Lecce e Pescara, vinta dai giallorossi per due a zero. Il nuovo questore, Andrea Valentino, si è recato nella sala operativa per seguire direttamente gli interventi dei poliziotti delle Volanti, della Digos e della Stradale.
Ha colto tutti di sorpresa l'imboscata di ieri sera, cona una sola auto di pattuglia da Pescara. Eppure lo stesso trattamento era stato riservato ai tifosi leccesi nella partita di andata del 5 novembre dell'anno scorso. Prima del fischio di inizio erano stati lanciati alcuni fumogeni, mentre sulla strada del rientro i sostenitori giallorossi erano stati bloccati all'altezza di Francavilla a Mare, dalle parti dell'uscita della circonvalazione: una dozzina di ultras pescaresi lanciò alcune torce incendiarie.
Eppure l'Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive non ha segnalato alcun rischio per la partita di ieri. Nessun divieto di trasferta. E l'accesso allo stadio non è stato limitato ai possessori della tessera del tifoso. Tantomeno è stata programmata la scorta del convoglio dei tifosi ospiti, perlomeno nell'ultimo tratto di avvicinamento a Lecce. Provvedimenti che vengono adottati nei casi di rapporti tesi fra le tifoserie.
Insomma, gli ultrà leccesi non hanno incontrato ostacoli al proposito di vendicare l'agguato subito a novembre. Le conseguenze le ha pagate anche chi stava percorrendo la superstrada per tutt'altri motivi: hanno vissuto momenti di terrore gli automobilisti costretti a restare fermi, ad assistere alla caccia all'uomo di chi è sceso per strada armato di bastone ed anche per l'allarme incendio. Da un'auto, a un certo punto,qualcuno ha visto uscire del fumo. sotto era finito un fumogeno. A sirene spiegate sono arrivati i mezzi dei vigili del fuoco, insieme a quelli della polizia e della Guardia di finanza.
Ora toccherà ai poliziotti della Digos cercare di identificare chi ha scatenato il panico ieri sulla superstrada. Un compito arduo, tenuto conto dell'oscurità, della rapidità dell'assalto, nonché dell'assenza di impianti di videosorveglianza. I precedenti non depongono bene, visto che delle centinaia di baresi che a maggio del 2008 bloccò la superstrada, ne vennero rintracciati solo pochi. Tuttavia è vero anche che ogni indagine è una storia a sé.
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Quotidiano Di Puglia