Violenza sessuale su due allieve minorenni: rischia il processo il gestore di un maneggio

Violenza sessuale su due allieve minorenni: rischia il processo il gestore di un maneggio
Rischia il processo il gestore di un maneggio di 65 anni condotto prima  in carcere e ora ai domiciliari con braccialetto elettronico con l’accusa di pedofilia, ossia...

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Rischia il processo il gestore di un maneggio di 65 anni condotto prima  in carcere e ora ai domiciliari con braccialetto elettronico con l’accusa di pedofilia, ossia violenza sessuale su due giovani allieve, una tredicenne e una quattordicenne. I fatti si sarebbero verificati nel Salento, dove si trova il centro di equitazione, ma l’uomo è originario del Brindisino. Ieri l’udienza preliminare dinanzi al gup Silvia Saracino. A sostenere l’accusa è il pm Luigi Mastroniani che ha coordinato le indagini dei carabinieri.  

L'accusa


Secondo l’accusa, nel primo caso l’uomo avrebbe abusato della nipotina sin da quando aveva nove anni ed era stata a lui affidata per andare proprio al maneggio. Alla piccola avrebbe detto di voler avere rapporti intimi con lei a causa di problemi con la moglie e l’avrebbe indotta a mantenere il segreto «altrimenti sarebbe scoppiata una guerra». 
In un'altra circostanza la vittima sarebbe stata una allieva della scuola di equitazione. La ragazzina sarebbe stata portata in una pineta e toccata nelle parti intime, con la giustificazione di volerle insegnare a empatizzare con il cavallo. 
I fatti si riferiscono a un periodo compreso tra il 2018 e il maggio del 2021.

La famiglia parte civile nel processo

I famigliari delle due adolescenti intendono costituirsi parte civile nel processo, con gli avvocati Vito Epifani, Anna Maria Ciardo e Paquale Morleo. L’imputato è assistito dall’avvocato Francesca Conte. A far emergere la vicenda è stata la più piccola delle due bambine. In una lettera indirizzata a un’amica aveva scritto di soffrire per un “segreto”. La madre aveva quindi deciso di approfondire e l’aveva convinta a liberarsi del  proprio tormento.
In un secondo momento è giunta anche la seconda denuncia e una nuova narrazione, simile alla precedente. Il pm ha chiesto e ottenuto l’esecuzione di un incidente probatorio: le due presunte vittime sono state ascoltate in ambiente protetto e interrogate da accusa e difesa. Le loro dichiarazioni, ritenute del tutto coerenti e attendibili, sono state così “congelate”, trattandosi di minori in condizioni di fragilità, e potrebbero confluire come anticipazione della prova in un eventuale processo. 
Da ciò che è emerso l’uomo avrebbe cercato anche di intimidire e minacciare lei ed i suoi genitori nel momento in cui gli venne notificato l’avviso di fissazione dell’incidente probatorio per acquisire la testimonianza della bambina: telefonate a casa, visite non annunciate, soste davanti l’ingresso dell’appartamento.

Udienza a fine gennaio


L’udienza preliminare di ieri è stata rinviata a fine gennaio su istanza della difesa dell’imputato che si è sempre professato innocente, estraneo alle accuse. Ha sempre dichiarato di non aver abusato delle due ragazze e si è anche sottoposto a una perizia andrologica. Il pm, le parti civili, sono invece convinte del contrario. Certi che la versione fornita in sede di denuncia e poi ribadita in un’aula di giustizia sia assolutamente attendibile, in ogni suo passaggio. In ogni minimo particolare. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia