Salento, truffa per i lavori al resort? La Regione pronta a chiedere i danni al consigliere Mazzotta

Salento, truffa per i lavori al resort? La Regione pronta a chiedere i danni al consigliere Mazzotta
Una perizia di stima per dimostrare che l’importo di 3 milioni 570mila euro stanziato dalla Regione sia stato effettivamente speso fino all’ultimo centesimo per...

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Una perizia di stima per dimostrare che l’importo di 3 milioni 570mila euro stanziato dalla Regione sia stato effettivamente speso fino all’ultimo centesimo per ristrutturare il resort Barone di Mare di Torre Dell’Orso (marina di Melendugno), nel Salento. La chiederà la difesa del principale imputato, l’imprenditore ed ex sindaco di Carmiano Giancarlo Mazzotta, alla giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Lecce, Alessandra Sermarini, prima che stabilisca se accogliere o meno l’istanza del pubblico ministero Donatina Buffelli di mandarlo a processo con il figlio Paride Mazzotta, consigliere regionale di Forza Italia. E con i Mazzotta Pierluigi e Greta, nonché altri 14 imputati e quattro società.

 

La mossa della Regione

Intanto il legale della Regione ha depositato la richiesta di costituzione di parte civile poiché questo ente - risulta dal capo di imputazione - come vittima della truffa contestata ai Mazzotta (ad esclusione di Pierluigi) ed a Luciana Quarta, Niceta Camassa e Pierpaolo Calabrese. Dunque la Regione chiede i danni ad un suo consigliere, il senso della richiesta depositata ieri mattina alla giudice. Riguardo Paride Mazzotta l’avvocato difensore Stefano De Francesco ha annunciato l’intenzione di chiedere il processo con il rito abbreviato (si svolge sugli atti dell’inchiesta e delle difese) se non dovesse essere accolta la richiesta di non luogo a procedere. 

 

La prossima udienza


Queste circostanze saranno valutate dalla giudice Sermarini nell’udienza del 6 maggio per proseguire poi il 13 maggio. Ieri intanto c’è stato un rinvio per difetto di notifica dell’avviso dell’udienza alle società Europa Costruzioni e Madigest. Nulla di fatto nella sostanza, se non qualche indicazione su come si stia delineando queste fase di mezzo fra l’inchiesta ed il processo. È evidente che la difesa di Giancarlo Mazzotta intenda entrare subito nel merito dell’accusa di truffa: gli avvocati Paolo Spalluto ed Andrea Sambati hanno depositato la consulenza di parte affidata all’ingegnere Antonio Vernaleone per dimostrare l’infondatezza della ricostruzione dell’accusa sulla produzione di fatture false per attestare spese mai effettuate allo scopo di ottenere il finanziamento regionale. Per questo i legali chiederanno che si tenga un incidente probatorio con la nomina dei periti del Tribunale e la partecipazione dei consulenti della Procura e degli imputati accusati di truffa. Ossia di avere partecipato piano per gonfiare i costi effettivamente sostenuti con “società fittiziamente interposte ed anche altre società subappaltatrici, impresa Petito Pavimentazione, Nuova Elettrica, Perroota Group, una sovrafatturazione complessiva dei costi, prestazioni ed opere eseguite documentando falsamente, con il contributo del professionista Pierpaolo Calabrese, maggiori spese per i lavori di ristrutturazione con l’emissione e l’annotazione delle fatture e ciò al fine di raggiungere l’importo massimo previsto dal bando”, sostiene il capo di imputazione.


Fra le accuse anche quella di evasione fiscale sui redditi e sul valore aggiunto per un milione e 400mila euro per alcune aziende: la Giordano Infissi, la Pgh Barone per oltre 9 milioni tra il 2017 e il 2018. Il tutto tramite una cartiera, la Europa Costruzioni, che sarebbe stata messa su proprio per compiere le operazioni ritenute irregolari dal pubblico ministero.

 

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Quotidiano Di Puglia