Salento, tamponata l'emergenza rifiuti: maggiore capacità di stoccaggio in discarica

Salento, tamponata l'emergenza rifiuti: maggiore capacità di stoccaggio in discarica
Camion carichi di rifiuti in coda per ore ieri mattina, ma a metà giornata arriva un’ordinanza del presidente della Regione, Michele Emiliano, che sventa una nuova...

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Camion carichi di rifiuti in coda per ore ieri mattina, ma a metà giornata arriva un’ordinanza del presidente della Regione, Michele Emiliano, che sventa una nuova crisi sulla raccolta nelle province di Lecce e di Bari. Con l’atto emesso ieri, la Regione ha concesso agli impianti di trattamento di rifiuti di Cavallino e di Conversano (Bari) di poter incrementare per tre settimane la capacità di stoccaggio del Css, cioè il Combustibile solido secondario ottenuto dalla componente secca (plastica, carta, fibre tessili) degli scarti non pericolosi, sia urbani sia speciali, tramite appositi trattamenti di separazione da altri materiali non combustibili, come vetro, metalli e inerti. E allo stesso tempo il presidente ha ordinato di gestire tale rifiuto «per il tempo strettamente necessario a consentire agli impianti l’immediata ripresa dell’accettazione dei rifiuti in ingresso e l’allontanamento delle ecoballe prodotte».


Dal testo dell’ultima ordinanza di Emiliano, il problema sembra ruotare intorno alla difficoltà - registrata nel corso dell’ultima settimana - dei gestori delle strutture (la “Progetto Ambiente Bacino Bari Cinque surl” per Conversano e la “Progetto Ambiente Provincia di Lecce surl” per Cavallino) di «individuare impianti alternativi per conferire il Css prodotto». Problematicità che a Conversano sono cominciate il 28 febbraio scorso, quando la società Progetto Ambiente Bari cinque comunicava che «a causa di una avaria alla centrale di Appia Energy» (impianto di valorizzazione energetica di Massafra che produce energia elettrica da fonti rinnovabili con l’impiego di Css), «erano in fase di saturazione le aree di stoccaggio del rifiuto prodotto». Dall’altro, a Cavallino la Progetto Ambiente Bacino Lecce Due comunicava che «dopo il mancato conferimento della Fsc (cioè la Frazione secca combustibile) presso l’impianto, provocato dallo sciopero degli autotrasportatori, sono risultati esauriti gli spazi autorizzati per il deposito del rifiuto combustibile e tutte le biocelle sono colme».

L'ordinanza di Emiliano


Preso atto di questo e dopo un vertice urgente presso il Dipartimento ambiente della Regione tra Arpa Puglia, Ager Puglia, Asl Ba, Asl Le e i rappresentanti delle Società, e successive ispezioni condotte dalla stessa Arpa, Emiliano ha ordinato al gestore di Conversano «l’immediato ripristino dei conferimenti e quindi il riavvio dell’esercizio con la regolare accettazione dei rifiuti da parte dei Comuni conferitori». E al gestore di Cavallino, di «incrementare la capacità di stoccaggio del Css prodotto con due aree pavimentate, e una nuova capacità massima pari a circa 850 tonnellate, in grado di garantire lo stoccaggio di 1.700 tonnellate di Css prodotte mediamente in una settimana». Il tutto in vista della ripresa dell’impianto di Massafra che tornerà «a regime il 7 marzo con conferimenti dall’8 marzo».

La situazione a Poggiardo e Ugento


Emergenza scongiurata dunque nella provincia di Bari e nel Salento, non solo a Cavallino, ma anche negli impianti di trattamento meccanico biologico di Poggiardo e di Ugento, in particolare nel primo dove ieri mattina si sono create delle code di camion all’esterno della struttura. «Se Cavallino subisce rallentamenti è chiaro che anche Poggiardo ne risente e l’impianto presente nella nostra città non può svuotarsi e quindi ricevere altri rifiuti», spiega il sindaco di Poggiardo, Antonio Ciriolo. «Voglio rassicurare che la struttura poggiardese funziona bene, riceve i rifiuti indifferenziati senza umido di quasi tutti i 46 Comuni dell’ex Ato Lecce2 mentre riceve anche l’umido dei 22 comuni dell’Aro7, tra cui Poggiardo, che non hanno attivato ancora la raccolta differenziata spinta con la frazione umida. Speriamo che al più presto si sblocchi la situazione legata alla nuova forma giuridica che i 22 comuni intendono darsi per una gestione migliore del servizio».

L'intervento di Fitto


Sull’ordinanza di Emiliano, si registra l’intervento dell’eurodeputato Raffaele Fitto: «L’atto di Emiliano è la conferma per iscritto di quanto sosteniamo: i troppi No, compresi quelli di Emiliano, hanno portato all’ennesima emergenza rifiuti e all’ennesima toppa, un’ordinanza urgente per fronteggiare le criticità nella gestione dei rifiuti urbani. Non avere i termovalorizzatori in Puglia dimostra chiaramente che il ciclo dei rifiuti non solo non è chiuso ma è destinato a creare grossi problemi ai sindaci pugliesi. Un fallimento non solo per i due termovalorizzatori revocati e quindi non realizzati, ma perché in 16 anni nulla è stato realizzato. Nessun impianto, e quindi continuiamo a portare i rifiuti fuori regione con costi che hanno un danneggiato finale: il cittadino che paga una delle Tari più alte in Italia. Senza contare il danno paesaggistico, igienico e ambientale».
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Quotidiano Di Puglia