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Nel Parco dei Paduli (Bosco Belvedere), in feudo di Cutrofiano, potrebbe nascere un impianto di compostaggio dei rifiuti e di produzione di biogas. L’ipotesi scatena gli ambientalisti del Forum Amici del Territorio, guidati dal presidente Gianfranco Pellegrino, che trova sulla propria lunghezza d’onda anche il gruppo consiliare di opposizione “Cutrofiano città per tutti”, che chiede alle altre forze politiche di opposizione presenti in Consiglio di fare fronte unico per bloccare il progetto.
Il fronte del no
All’appello risponde il Movimento Regione Salento (Mrs) con la consigliera di minoranza Elena Ligori, la quale dichiara la disponibilità sua e dell’intero Movimento a scendere in campo a difesa del territorio. Il sindaco, Luigi Melissano, però, rammenta alla cittadinanza che l’idea dell’impianto è presente nel suo programma amministrativo.
Il progetto
Intanto, appena una settimana fa la società “Humus” ha presentato il progetto in Provincia, istituzione competente per la materia. Quest’ultima dovrebbe autorizzare l’impianto attraverso l’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) e Valutazione di Impatto Ambientale (Via). A regime, l’impianto dovrebbe trattare la frazione organica dei rifiuti solidi urbani e frazione verde riveniente da sfalci di potature dell’Aro 7, tramite il processo di digestione anaerobica (microrganismi che vivono in assenza di ossigeno) e post-compostaggio, da realizzarsi nel cuore del Parco dei Paduli-Foresta Belvedere.
Secondo quanto sostengono i contrari al progetto, il luogo prescelto sarebbe di “incantevole” pregio paesaggistico, raccontato anche dallo scienziato Cosimo De Giorgi, nel suo viaggio in “Provincia di Lecce”. L’impianto si collocherebbe al limite con il territorio di Supersano, fra i confini dei paesi di Collepasso e Scorrano, «a due passi dalle nostre case», lamenta l’opposizione. Le quantità di rifiuti da trattare sarebbero notevoli, secondo il Forum.
Si parla di 80mila tonnellate annue di spazzatura organica (oltre 1/3 della produzione di rifiuti organici domestici dell’intera provincia di Lecce), da trasformare in biogas impuro, ma altamente infiammabile, su 5 ettari di zona agricola a uliveto, da espiantare e cementificare.
Pellegrino lancia l’allarme: «Aprite gli occhi, non lasciamoci ingannare, i rifiuti organici che produciamo nelle nostre casa non è scontato che saranno trattati in quell’impianto, perché è un impianto privato e occorre fare delle gare pubbliche nell’Ambito di Raccolta Ottimale (Aro 7) formato da 22 Comuni». Perciò, si immagina che potrebbero essere trattati anche altri tipi di rifiuti. Sulla base di queste considerazioni, l’associazione annuncia dura battaglia per impedire la realizzazione del progetto.
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Quotidiano Di Puglia