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Caro gasolio (oltre 1,20 euro al litro) e caro benzina lasciano a terra i pescatori e mettono in ginocchio l’intero comparto nel Salento. La gran parte dei soci delle cooperative e dei pescatori ieri mattina ha deciso di fermarsi per protestare non solo per i rincari energetici ma anche per evidenziare una serie di problematiche legate alla riduzione delle giornate lavorative e ad ulteriori spese.
Lo stato di agitazione
L’agitazione - annunciano pescatori e presidenti delle cooperative - continuerà e si amplierà oggi e per almeno un’altra settimana. «Siamo esasperati e stremati da rincari che non ci consentono di poter svolgere il nostro lavoro con dignità. I rappresentanti istituzionali dove sono?»: un solo grido accomuna i pescatori di Gallipoli, Porto Cesareo e San Foca (Melendugno) ai quali si associano tutti quelli delle marinerie della provincia.
Gallipoli
A Gallipoli, ieri, sono rimaste ferme tutte le imbarcazioni medio-piccole mentre hanno preso il largo solo i pescherecci a strascico. «Domani (oggi, ndr) si fermerà tutta la flotta di Gallipoli, non si può andare avanti così - spiega Vincenzo Scigliuzzo, presidente della cooperativa Armatori Jonica gallipolina -. Abbiamo scelto di restare a terra per decidere le azioni successive da compiere con il nostro sindacato. Chiediamo allo Stato e alla Regione un aiuto non solo con la riduzione del prezzo del carburante, ma pure riguardo ai fondi covid che ancora non sono arrivati.
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Porto Cesareo
Blocco pure per le imbarcazioni a Porto Cesareo, troppe le spese per ricominciare a lavorare: «Qui da noi penalizzata non è soltanto la pesca impegnativa (per esempio, al pesce spada o al merluzzo), ma incontra grosse difficoltà anche quella costiera con il motore acceso per 30 minuti o un’ora - dichiara Antonio Colelli, presidente della cooperativa Pescatori Dello Jonio -. Chi intende uscire in mare per un breve periodo deve mettere in conto una spesa fissa di 30-40 euro al giorno, per questo abbiamo deciso di non lavorare. E contiamo di organizzarci meglio nelle prossime ore, dopo un’interlocuzione con il presidente della Legacoop Puglia Carmelo Rollo».
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I pescatori
I pescatori sono allo stremo: «I costi non coprono i guadagni, è un po’ difficile muoversi, è triplicato il prezzo del gasolio rispetto a qualche mese fa, ma i rappresentanti della politica dove sono? Perché non si preoccupano dei pescatori, degli autotrasportatori, dei contadini?», si chiede Stefano Peluso, pescatore di Porto Cesareo.
San Foca
Anche sull’Adriatico, è alta la mobilitazione. A San Foca, marina di Melendugno, le cooperative di pescatori decideranno oggi le ulteriori iniziative da prendere: «Non c’è solo il caro gasolio, ma come in tutti i porti d’Italia, abbiamo il problema dei rincari della benzina, per la quale, al contrario del gasolio, noi paghiamo il prezzo intero che attualmente si aggira intorno ai 2-2,10 euro a litro - spiega Cosimo Montinaro presidente cooperativa pescatori “La Folgore” -. Quindi, chi usa barche con motori fuori bordo a benzina parte con una spesa di almeno 50-60 euro ad ogni uscita. A San Foca alcuni dei nostri soci hanno lavorato lo stesso ma i tragitti sono stati limitati». Anche la cooperativa pescatori “Il Delfino” di Melendugno-San Foca attraverso il presidente Giuseppe De Matteis, si dice preoccupata: «Questi rincari non consentono di esercitare l’attività, i guadagni sono molto magri e non si riesce a sopportare le spese. Occorre sensibilizzare il governo per trovare una soluzione a questo grave problema».
Legacoop
Legacoop Puglia tramite il presidente Carmelo Rollo, segue l’evoluzione di questa nuova crisi ed è pronta alla mobilitazione: «Molte delle imprese che si sono fermate sono al 70 per cento cooperative, e chiaramente siamo molto preoccupati, non è soltanto un problema del settore della pesca, nelle medesime condizioni critiche è quello dell’agricoltura». Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia