L'ex ministro scioglierà la riserva nel weekend ma sinora non ha mai smentito e ora, dopo settmane di indiscrezioni, appare sempre più credibile che la fronda...
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Il canale attraverso cui passerà la scelta del candidato alternativo della sinistra dovrebbe essere una consultazione in stile primarie da tenersi in aprile. Insomma, dopo le primarie “dimezzate” dello scorso 6 marzo, sono iniziate le grandi manovre a sinistra dei democratici romani. Protagonisti, oltre a Bray, sono Ignazio Marino, l'ex primo cittadino che ha già cambiato la foto profilo su Facebook scegliendone una circondato dai sostenitori, ma anche l'attuale candidato di Sinistra Italiana Stefano Fassina, i civatiani e, più nel sommerso, altri scontenti del Pd di Renzi. Chiunque esso sia, il candidato a sinistra dell'universo dem sarà comunque una spina nel fianco degli organici del Pd di Renzi e, soprattuto del commissario romano Matteo Orfini che dall'esplosione dello scandalo Mafia Capitale, tra mille difficoltà, sta cercando di condurre il partito nuovamente alla vittoria elettorale.
Bray è considerato il candidato-sindaco di «maggior prestigio» per Roma anche da Massimo D'Alema che nella sua intervista a tutto tondo al «Corriere della Sera» in cui ha attaccato frontalmente l'area renziana, ha affrontato anche il nodo della prossime elezioni amministrative nella Capitale. «Massimo Bray - osserva l'ex presidente del Consiglio - è un mio carissimo amico, ma è un uomo libero e indipendente. È anche una delle persone più testarde che ho conosciuto in vita mia. Non sente nessuno; decide, e va rispettato nella sua decisione». «Non so cosa farà Bray. Certo - prosegue D'Alema - non ho il minimo dubbio che la sua candidatura sarebbe quella di maggior prestigio per la Capitale; mentre qui pare tutto un giochino interno al Pd. Sono molto attaccato a questa città - confessa - che dopo le vicende drammatiche che ha vissuto merita un sindaco di alto livello, a prescindere dall'appartenenza di partito». Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia