Rifiuti radioattivi nel cassonetto. E poi in discarica, laddove qualcuno si è accorto del pericolo e ha rispedito il materiale al mittente: la città di Brindisi....
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Il Comune di Brindisi ora dovrà pagare un conto salato per l’inciviltà ignoti: tali resteranno, probabilmente, considerato che è quasi impossibile individuare il cassonetto usato. Quanto ai rifiuti, potrebbe trattarsi di materiale sanitario: si sa infatti che tale tipologia di scarti viene prodotta dalla diagnostica e dalla terapia medica (radioimmunologia e radioterapia). Ma anche dall’industria alimentare. Al momento, sulla provenienza, possono solo essere formulate delle ipotesi. Resta la gravità di quanto accaduto.
A Poggiardo quella porzione di “rsu” non poteva essere accolta. Non solo perché il sito salentino non può trattare quel materiale, ma anche per via della normativa che ovviamente impone misure specifiche per lo smaltimento dei residui radioattivi. Si trattava di una “sorgente radioattiva” che era riposta nel mezzo della Ecotecnica che aveva raccolto l’immondizia nelle ore precedenti. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco di Lecce e Taranto. Di quanto accaduto è stata data pronta comunicazione al Comune di Brindisi. Sono in corso ulteriori accertamenti, finalizzati a localizzare la fonte di pericolo e a sanzionare chi ha agito contro la legge. Difficile giungere al responsabile, in questo caso, non essendo facilmente localizzabile (una volta mescolato tutto nel mezzo di raccolta dei rifiuti) il luogo in cui la “sorgente” si trovava e quindi era stata “cestinata”. Possibile, tuttavia, ricostruire tutto il percorso fatto. Per giungere infine a svelare l’arcano. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia