Revoca interdizioni: Monosi, il Riesame deciderà dopo il voto

Revoca interdizioni: Monosi, il Riesame deciderà dopo il voto
Attilio Monosi andrà alle elezioni con la spada di Damocle dell’arresto che penderà sul suo capo. È stata infatti fissata per il 13 giugno - due giorni...

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Attilio Monosi andrà alle elezioni con la spada di Damocle dell’arresto che penderà sul suo capo. È stata infatti fissata per il 13 giugno - due giorni dopo l’appuntamento elettorale delle amministrative - l’udienza al Tribunale del Riesame che dovrà esprimersi sulla richiesta di arresti domiciliari avanzata dai pubblici ministeri Roberta Licci e Massimiliano Carducci. Ma l’udienza servirà anche a discutere dell’istanza presentata dal legale di Monosi, l’avvocato Riccardo Giannuzzi, di revoca della misura interdittiva del divieto di esercizio dei pubblici uffici della durata di un anno. Resta tutto in stand-by, dunque, in vista dei due appuntamenti - quello elettorale e quello giudiziario - che arriveranno a due giorni di distanza l’uno dall’altro, con tutto ciò che ne può conseguire anche in termini politici.

Ieri intanto, sempre davanti ai giudici del Riesame, si è discussa la posizione di Lillino Gorgoni, dirigente dell’ufficio Patrimonio del Comune di Lecce, e di Serena Politi, braccio destro della presidente dell’associazione Antiracket Salento Maria Antonietta Gualtieri. I due, assistiti dai legali di fiducia, gli avvocati Amilcare Tana e Giuseppe Milli, hanno chiesto la revoca o comunque l’attenuazione delle misure cautelari cui sono stati sottoposti: Gorgoni è ancora rinchiuso nel carcere di Lecce, mentre la Politi è ai domiciliari. Le difese hanno cercato di spiegare ai giudici come per gli indagati non sussistessero i presupposti per l’arresto. In particolare la donna ha sostenuto di essere stata la collaboratrice della Gualtieri fino al gennaio del 2016. E dunque - secondo il suo legale - non avrebbero ragione di esistere i rischi di reiterazione del reato e di inquinamento delle prove paventati dalla Procura. In ogni caso, i giudici decideranno nelle prossime ore.

L’inchiesta ha rappresentato un vero e proprio terremoto, sia politico che nell’ambito dell’associazionismo antiracket. Monosi è accusato di peculato (ipotesi di reato che però il gip Giovanni Gallo non ha accolto nel valutare le esigenze cautelari), truffa e falso, nell’ambito della vicenda che ha visto la Saracino Costruzioni destinataria di un doppio pagamento per i lavori effettuati alla nuova sede dell’associazione Antiracket, prima da parte del Comune (in maniera illecita, secondo la Procura), poi dal Ministero, tratto in inganno da una falsa documentazione redatta - sempre secondo l’accusa - con la complicità, tra gli altri, proprio di Gorgoni e di Giuseppe Naccarelli, ex funzionario dell’ufficio Patrimonio del Comune di Lecce. L’inchiesta ruota attorno alla figura di Maria Antonietta Gualtieri, fondatrice dell’associazione e considerata il deus ex machina<CF4001>dell’intera operazione. Nel mirino della Procura sono finiti i finanziamenti erogati dal Ministero e finalizzati ad assunzioni e lavori: assunzioni e lavori che, in molti casi, sarebbero risultati fittizi, consentendo dunque alla Gualtieri di intascare le relative somme versate dallo Stato.
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Quotidiano Di Puglia