Recensione negativa sul web, il tribunale assolve due donne: avevano pubblicato commenti poco piacevoli nei confronti di un locale

Recensione negativa sul web, il tribunale assolve due donne: avevano pubblicato commenti poco piacevoli nei confronti di un locale
«Le recensioni rientrano nel diritto di critica di ogni privato cittadino». E il Tribunale assolve due donne accusate di aver pubblicato on-line commenti poco...

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«Le recensioni rientrano nel diritto di critica di ogni privato cittadino». E il Tribunale assolve due donne accusate di aver pubblicato on-line commenti poco piacevoli nei confronti di un locale di Lido Marini, marina di Ugento, e del suo proprietario. 

I commenti delle donne on line


La sentenza è stata firmata nei giorni scorsi dal giudice della seconda sezione penale del Tribunale di Lecce Fabrizio Malagnino. Le due donne - entrambe 62enni, una di Surbo, l’altra di Avellino - erano accusate di diffamazione per aver offeso la reputazione del proprietario del locale pubblicando commenti visibili a una platea indefinita di persone. La prima, cuoca presso il locale, nella sua recensione rilasciata su Google aveva etichettato il titolare come «impressionante», «bipolare», «aggressivo», accusandolo di averla minacciata e aggredita.
A proposito del cibo, poi, aveva scritto di «alimenti e pesce scaduto che lo fa passare per fresco». La seconda imputata, collega della prima, aveva parlato di «porzioni non consone al prezzo, pesce scaduto, locali fatiscenti, titolare violento anche con il personale oltre che con i clienti». 

La denuncia del titolare


Le due recensioni sono finite in una denuncia presentata dal titolare del locale, che ha portato al processo per diffamazione a carico delle due ex dipendenti. Ma il giudice, accogliendo la richiesta del pubblico ministero, le ha assolte entrambe.

La decisione del tribunale 


Per quanto riguarda la recensione della donna di Avellino, il giudice ha sottolineato che il commento, benché oggettivamente offensivo, rientra nel diritto di critica spettante ad ogni privato cittadino. Il contenuto, si legge nella sentenza, corrisponde a verità, sia perché non è stato confutato dal denunciante, sia perché durante l’istruttoria sono emersi numerosi elementi che fanno ritenere fondate le affermazioni contenute nella recensione. Il giudice ha anche rimarcato la rilevanza sociale rivestita dalle recensioni in capo alla collettività dei consumatori, soprattutto riguardo alla professionalità e alla eventuale inaffidabilità degli operatori commerciali. 


Il giudice ha preso in esame anche le recensioni lasciate dagli altri avventori, riscontrando la presenza di molti clienti insoddisfatti per la qualità dei prodotti, della cucina e della pulizia. Tramite alcune testimonianze, poi, ha accertato una «abituale condotta aggressiva» del titolare «nei confronti di personale e clienti» e anche gli insulti e l’aggressione che la cuoca avrebbe subìto la sera prima di abbandonare il posto di lavoro. Per quanto riguarda il commento della cuoca, invece, il giudice ha rimarcato che nella recensione è stato travalicato il confine della continenza, perché sono state usate parole come «bipolare» e toni, riguardo fatti privati, talmente specifici ed esagerati da superare il pubblico interesse. Ma, ha aggiunto, la donna non è punibile perché ha agito provocata dall’aggressione subita poche ore prima e, quindi, sotto uno stato d’ira. Le due imputate - entrambe difese dall’avvocato Ilario Manco - sono state quindi assolte. Per la cuoca «il fatto non costituisce reato», mentre per l’altra ex dipendente il fatto non è punibile.

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Quotidiano Di Puglia