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Vieni a ballare in Puglia. Sì, ma come? È l'estate della grande ripartenza, dopo due anni di pandemia, dopo un 2021 con un turismo di prossimità improntato più spesso ai weekend che a lunghi periodo di soggiorno. Questo, invece, è l'anno dei giovani, di chi si era stancato di restare in casa. State a casa, si diceva due anni fa. Sarà anche per questo, che oggi, escono tutti. E affollano, soprattutto i ragazzi, piazze, festival e discoteche, quelle chiuse per lunghi mesi, quelle per cui arrivò la stretta a Ferragosto dell'anno scorso.
A giugno in Puglia +40% di presenze nelle marine
E allora riecco la movida. Per quel che riguarda il mese di giugno la Puglia fa registrare, per le spiagge, un +40% rispetto a un anno fa (dati Sindacato italiano balneari), come Campania e davanti a Toscana (+30%), Liguria ed Emilia Romagna (+25%). Tutti in spiaggia, di giorno. Tutti in piazza di sera, tra i vicoletti, a caccia di un cocktail, un gin tonic, tra le decorazioni di cartapesta e le grandi folle che si muovono quasi a fatica nei weekend. Qui, a volte, la situazione degenera. E la movida rischia di diventare mala movida.
Da Bari a Gallipoli: le ordinanze anti-caos dei sindaci
Un problema di costume, che impone una riflessione, spesso, anche sul tipo di turismo. Le foto, poi, rimbalzano sui social, le notizie sui giornali e sui siti web.
Non è una situazione semplice in diverse grandi città pugliesi. Da Bari a Lecce, i due capoluoghi con più turismo e movida. E se a Bari i residenti hanno già espresso nel corso delle ultime settimane i propri dubbi su alcuni comportamenti (basti ricordare non solo alcuni atti di vandalismo, ma anche di sera un paio di tentate aggressioni a ragazze in giro da sole), nella capitale del Salento il problema emerge oggi con tutta la propria forza. E il Comune prova a correre ai ripari, annunciando una stretta con un'ordinanza che è ormai quasi pronta. A Bari, in realtà, la situazione era più complicata e più vasta. Amministratori comunali contro la musica? Salvemini pensa a dei limiti di orario, anche nel rispetto dei residenti del centro storico, un po' come ha fatto Annese a Monopoli (concessione fino alle 23 durante la settimana, l'1 nei weekend).
Stretta anche a Ostuni
Il problema, su quanto si possa spingere il limite del divertimento e su cosa sia divertimento e cosa invece no, è sottile. Talmente sottile che in alcuni casi le imposizioni del Comune diventano un caso politico e sociale, come è avvenuto ad Ostuni. Niente alcolici dopo le due di notte, niente cibo dall'una alle cinque. Neppure panini, cornetti, niente. Un modo per porre un freno a chi magari dopo il consumo di alcol cerca un modo per riprendersi. Ognuno fa quel che può o quello che ritiene giusto.
I danni della mala movida non sono soltanto sciocchezzuole d'estate, tra caos, risse, strade sempre più sporche nei centri e vicoli impraticabili. A Rosa Marina (Ostuni) un adolescente in coma etilico è stato scaricato nei pressi di una rotonda, a Lecce vi sono stati diversi accoltellamenti, a Monopoli un ragazzo ha rotto la testa a un cameriere troppo lento. Tanto che le immagini di chi va in giro nudo a Gallipoli, o l'alcol a fiumi a Bari e Lecce fanno meno paura. Ma il freno è l'unico modo per evitare di dover dire «lo sapevamo». E per evitare che quel vieni a ballare in Puglia diventi qualcos'altro. In fondo, la movida è bella, finché non diventa mala. Un confine sottile, ma fondamentale.
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Quotidiano Di Puglia