Il centrodestra stacca la spina all'amministrazione Salvemini («il sindaco ha ritenuto di anticiparci, ma non è così») e si prepara alla campagna...
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La strada del centrodestra insomma sembra già avere qualche ostacolo da superare. Intanto i gruppi consiliari di Palazzo Carafa archiviano l'amministrazione Salvemini: «Non potevamo permettere che quella delibera assurda venisse approvata e che fosse compiuto pienamente il percorso che testardamente il sindaco, in splendida solitudine, aveva imposto a questa amministrazione e a questa città». Il centrodestra ieri mattina ha spiegato le proprie ragioni che lo hanno portato a mettere fine «a questa amministrazione fallimentare». «Salvemini - dichiara il consigliere di Fratelli d'Italia Paolo Perrone - fa una conferenza stampa convinto di avere ancora 20 giorni per poter continuare a coltivare la speranza di poter convincere qualcuno di noi. Basta vedere i tentativi - aggiunge - più o meno sottotraccia di esponenti politici della sua maggioranza e di altre istituzioni di questa Regione tesi a convincere qualcuno di noi a prestare formalmente il proprio appoggio affinché l'amministrazione Salvemini continuasse». Le motivazioni che hanno portato il centrodestra a staccare la spina sono di «natura politica e amministrativa» dettate anche dalla spinta delle «categorie di leccesi che non ha apprezzato il lavoro dei 18 mesi di amministrazione». «La prima azione che faremo sarà quella di incontrare il commissario per dimostrare, carte alla mano, e dimostrare al commissario la volontà che l'esenzione del pagamento della Tosap, negli anni in cui noi siamo stati in amministrazione e che oggi su impulso dell'amministrazione Salvemini viene imposta ai cittadini leccesi».
Ora dunque non resta che lavorare per costruire il futuro che da qui a pochi mesi porterà i leccesi nuovamente alle urne costruendo la coalizione e scegliere il «candidato sindaco che sia il migliore per rappresentare le diverse sensibilità ampie che contribuiranno alla costruzione della coalizione e il più competitivo per superare il candidato di centrosinistra che immaginiamo sia Carlo Salvemini e altri - ha proseguito Perrone - candidati che all'orizzonte dovessero profilarsi». Diamo per scontato, hanno sottolineato dal centrodestra, che ci sarà un candidato dei Cinque Stelle «ma se dovesse nascere una candidatura intermedia, modello Delli Noci delle scorse amministrative, cioè di qualcuno che ha fortissime radici di sensibilità storiche nel centrodestra e decide di formare un terzo polo, il gioco questa volta è chiarissimo: essendo questa coalizione aperta a tutti, si può confrontare con noi per avere il giusto spazio. Se decide di fare altro è chiaro che vuole estorcere il voto di qualcuno di noi di centrodestra al primo turno per portarlo al secondo turno a Salvemini. Cosa che molto efficacemente riuscì ad Alessandro Delli Noci un anno e mezzo fa. Ma che oggi difficilmente riuscirà a chicchessia».
Una scelta quella del candidato che potrebbe baypassare anche la strada delle primarie - volute dalle forze di centrodestra ma non da Forza Italia e nemmeno dal consigliere comunale ed ex vice sindaco Gaetano Messuti il cui nome spesso è stato legato ad una possibile candidatura - se si dovesse trovare un candidato unitario che metta tutti d'accordo. A invitare a «non fare fughe in avanti, ma a sedersi intorno ad un tavolo per scrivere le regole» è stato il consigliere e coordinatore provinciale di Forza Italia Paride Mazzotta. Insomma Forza Italia frena e ribadisce anche in tarda serata il «no alle primarie». Il caso Bari che si è sciolto nel pomeriggio di ieri con il partito azzurro a sostegno - alle primarie - di Pasquale Di Rella, è situazione diversa da quella leccese. «Sediamoci intorno ad un tavolo, perché fino ad ora non lo abbiamo fatto - ha ribadito Mazzotta - Penso che tra le persone che conoscono bene questa città si possa trovare la sintesi con un esponente che possa soddisfare le varie esigenze di tutti i partiti». All'Open Space erano presenti tutti, o quasi. Carmen Tessitore è ancora influenzata, assente Federica De Benedetto. Tra i presenti anche i tre consiglieri di Prima Lecce: «Il nostro Patto è stato firmato convintamente: il commissario andava evitato. L'unica cosa a cui è servito è stato far comprendere che il sindaco Salvemini, una bravissima persona, era un uomo solo al comando. Abbiamo ricevuto solo delibere preconfezionate. Siamo stati il baluardo del centrodestra e per non far combinare altri disastri all'amministrazione», ha dichiarato Antonio Finamore.
E ora tutti pronti, o quasi, ad avviare la campagna elettorale. Al netto di Paolo Perrone che non si ricandiderà. «Nemmeno come consigliere comunale. Per due ragioni - ha spiegato - La prima è per lasciare spazio al rinnovamento e ai giovani. La seconda perché ho impegni imprenditoriali. Non dico che lascerò la politica. Se dovesse capitare un'altra opportunità Paolo Perrone cercherà di prenderla». Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia