Ha risarcito con diecimila euro l'anziano sorretto da una stampella che spintonò a fece cadere la mattina del 6 aprile davanti al suo ambulatorio di Calimera. Il...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Messo ai domiciliari l'8 aprile, tornato libero alla fine di giugno grazie all'istanza accolta dal giudice per le indagini preliminari Giulia Proto, il dottore Refolo ed il suo difensore hanno scelto la procedura più rapida e che garantisce anche uno sconto di pena, per mettersi alle spalle quell'aggressione ripresa da uno smartphone e tempestata di critiche e di accuse sui social.
Nel corso dell'interrogatorio di garanzia Refolo ammise di essere stato sin troppo veemente con Foca Bellotoma, 86 anni, del posto. Pur non rinunciando a sottolineare l'insistenza fin troppo aggressiva del paziente nel chiedere chiarimenti del perché al poliambulatorio di Martano (era chiuso a causa del coronavirus) non gli avessero accettato la sua prescrizione sulla terapia per il dolore alla gamba che lo costringeva ad usare la stampella.
Bellotoma riportò la frattura di alcune costole, lesioni al viso ed al torace giudicate guaribili in 25 giorni dai medici dell'ospedale Vito Fazzi di Lecce. Causate - scrisse il giudice Proto nell'ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari - dallo spintone, dalla caduta, i calci sul busto ed i pugni inferti dal dottore Refolo. «Un medico che nell'esercizio della professione sanitaria, che non è stato in grado di controllarsi davanti alle lamentele di un paziente e che non si è limitato ad essere sgarbato o comune negligente, ma ha inveito con una violenza fisica, con una ferocia inaudita su una persona», le valutazioni dell'ordinanza. Incurante della sua età avanzata e delle condizioni di salute dell'uomo. Refolo non ha cessato la sua condotta neanche quando la vittima era a terra, assolutamente inerme, ma è stato fermato dalla sua segretaria».
Con il patteggiamento, ed il risarcimento, la vicenda è chiusa sotto il profilo penale e civile. Pende il procedimento disciplinare davanti all'Ordine dei medici.
© RIPRODUZIONE RISERVATA Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia