Bancarotta: annullata dalla Cassazione la condanna del vicesindaco Abaterusso

Bancarotta: annullata dalla Cassazione la condanna del vicesindaco Abaterusso
Annullata con rinvio la sentenza del 28 febbraio dell’anno scorso che ebbe come conseguenza immediata il ritiro della candidatura alle elezioni regionali di Gabriele...

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Annullata con rinvio la sentenza del 28 febbraio dell’anno scorso che ebbe come conseguenza immediata il ritiro della candidatura alle elezioni regionali di Gabriele Abaterusso, 34 anni, di Patù, dove ricopre la carica di vicesindaco e assessore al Bilancio, Programmazione, Scuola e Sport. I giudici della quinta sezione della Corte di Cassazione hanno accolto parzialmente l’istanza degli avvocati difensori Federico Massa ed Antonio Borreti, annullando sì la condanna a due anni di reclusione per la bancarotta per distrazione nel crack finanziario del “Calzaturificio Vereto”. ma per ragioni che verranno chiarite poi nelle motivazioni della sentenza, è stato disposto che si tenga un nuovo processo di secondo grado davanti ai giudici della Corte d’Appello di Lecce.


I primi due gradi di giudizio si sono occupati del ruolo di Abaterusso di fondatore ed amministratore unico della “Vereto”, nonché proprietario dell’85 per cento delle quote insieme a Redouanne Marsali, 49 anni, di origini marocchine, che gli avrebbe consentito di distrarre i beni per evitare l’aggressione dei creditori una volta arrivata la sentenza di fallimento del Tribunale: un’Audi A4, una slitta automontata, una smerigliatrice, ma soprattutto un ramo di azienda ceduto nel novembre del 2005 per 28mila euro ad una società amministrata dal padre Ernesto.

I due gradi di giudizio hanno riguardato anche quella parte dell’inchiesta condotta dal pubblico ministero Emilio Arnesano con la Guardia di finanza, sul mancato deposito in cancelleria dei libri e delle scritture contabili, del bilancio fallimentare e dell’elenco dei creditori per gli anni dal 2005 al 2008. Ma da questa accusa Abaterusso era stato assolto in primo grado e Marsali con la sentenza d’Appello. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia