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«L'ultima volta che ho visto papà, il 5 gennaio scorso, era in struttura ma ho potuto salutarlo solo attraverso la camera degli abbracci. Il 12 gennaio, poi, la residenza ci ha comunicato la positività di due operatrici e il 20 gennaio abbiamo appreso che anche papà era positivo e già ricoverato in condizioni disperate al Dea di Lecce. Dal suo letto di ospedale, con l'aiuto degli infermieri e con le ultime forze che gli restavano, ci ha chiamati. Ha detto che stava molto male, era consapevole che non ce l'avrebbe fatta e ci ha salutato per l'ultima volta chiedendoci di organizzargli il funerale. È stato atroce: se ne è andato nella più totale solitudine e impotenza». Il dolore di Miriam Daniele si fa carico di rabbia mentre ricostruisce le ultime ore di vita del padre Antonio Luigi Daniele.
Tra i 6 morti della residenza socio-assistenziale San Vincenzo di Miggiano c'è anche il 76enne deceduto il 26 gennaio scorso, dopo aver contratto il Covid all'interno della clinica. Un focolaio divampato all'improvviso nella residenza che sino a fine di gennaio ospitava 13 anziani. Pazienti dimezzati dal virus nel giro di pochi giorni. Così come, quasi tutti positivi sono risultati infermieri, operatori socio sanitari, medici e personale amministrativo. «Cosa è accaduto nella San Vincenzo? Come ci è entrato il virus in struttura? Vogliamo la verità. Chiediamo che sia fatta luce su eventuali responsabilità dei gestori. Chiediamo giustizia per mio padre e per gli altri anziani deceduti» Miriam Daniele ora vuole vederci chiaro.
Ferma replica alle dichiarazioni di Di Cagno anche da parte della Direzione sanitaria di Lecce: "Sulla scorta della relazione del direttore del Distretto di Gagliano, è stato chiesto alla direzione sanitaria della Rsa di dimensionare con assoluta urgenza e senza indugio, il numero degli ospiti accolti in base all'effettiva disponibilità di personale socio sanitario - si legge nella nota della Asl - Contestualmente è stato chiesto di disporre il trasferimento degli ospiti ritenuti in eccesso, e quindi a rischio, presso altre strutture. In merito alla richiesta di infermieri e personale sanitario a cui aveva fatto riferimento Di Cagno, la Asl precisa: La richiesta non è stata accolta perché si tratta di struttura appartenente ad una società privata che opera in regime di Accreditamento con il Sistema Socio Sanitario Regionale. E nelle strutture di questo tipo, la Asl è tenuta esclusivamente all'erogazione di interventi di stretta natura sanitaria, interventi che sono stati garantiti con continuità assistenziale giornaliera mediante l'apporto delle Usca nel Distretto di Gagliano». Ma la Direzione sanitaria di Lecce avrebbe già pronto un esposto da presentare in Procura e alla Regione Puglia. L'ipotesi che si apra un caso giudiziario, come già accaduto per l'Rsa "La Fontanella" di Soleto, ora è più che probabile.
Ma dalla vicenda dell Rsa di Miggiano prende spunto anche l'appello unitario dei sindacati confederali, della funziona pubblica e dei pensionati al Prefetto di Lecce Maria Rosa Trio. «Vogliamo risposte immediate sulla gestione della pandemia nel Salento» rimarcano Cgil, Cisl e Uil e chiedono al prefetto un incontro urgente per discutere di monitoraggio e gestione in Rsa, Rssa e ospedali in tutta la provincia.
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Quotidiano Di Puglia