Palazzi e ipermercati: occhi puntati sul Piano

Palazzi e ipermercati: occhi puntati sul Piano
Piano Urbanistico Generale: potrebbe cambiare presto. In buona parte o del tutto. E l’attenzione della città e dei suoi principali interessi economici è...

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Piano Urbanistico Generale: potrebbe cambiare presto. In buona parte o del tutto. E l’attenzione della città e dei suoi principali interessi economici è concentrata su questo strumento decisivo per lo sviluppo di Lecce nei prossimi anni. Perché dal Pug dipende l’edificabilità o meno di un terreno, la possibilità di costruirvi palazzine residenziali o centri commerciali, di realizzare parchi o industrie. Il Pug indica i limiti da non valicare e la direzione da seguire. Che, con ogni probabilità, sarà diversa da quella indicata dall’amministrazione Perrone, ora che al timone del Comune c’è Carlo Salvemini sindaco.

Non a caso a guidare l’assessorato finito di recente al centro delle cronache, sarà una fedelissima del primo cittadino, l’architetto Rita Miglietta, che da sempre - con l’associazione Lecce Città Pubblica - ha fatto le pulci al centrodestra, criticando impostazione e lacune del Piano messo a punto in questi anni e la cui approvazione è naufragata poco prima del voto per l’assenza di un parere obbligatorio, quello dell’Autorità di Bacino.
Una dichiarazione ribadita a più riprese in campagna elettorale da Salvemini segna lo spartiacque: «Lecce - ha detto - è fra le città di Puglia dove maggiore è il consumo di suolo». Non solo. La previsione del Piano è stata pensata su un capoluogo destinato a vedere crescere la sua popolazione negli anni fino a un massimo di circa 130mila abitanti. Previsione che è facile smentire, bussando alla porta dell’ufficio Anagrafe: vuoi per il minor costo degli affitti e la migliore vivibilità di alcuni centri limitrofi alla città, vuoi per il fisiologico calo delle nascite, Lecce ha 94.773 abitanti e difficilmente, quindi, riuscirà a superare nell’immediato futuro i 100mila.
 
Costruire ancora, dunque, con la quantità di palazzi ed edifici sfitti e vuoti e con un mercato immobiliare in continuo cambiamento, non è obiettivo da seguire. A dirlo, e non da oggi, è persino l’Associazione Nazionale Costruttori Edili.
A ciò si aggiunga, la necessità di rimettere mano a tutti gli strumenti urbanistici e di programmazione legati al Pug e, secondo Salvemini e il centrosinistra, neanche presi in considerazione dalla passata amministrazione nella redazione del Pug, che pure era stato ritenuto accettabile dall’attuale assessore regionale all’Urbanistica Anna Maria Curcuruto, perché «flessibile e quindi adeguato alla nuova visione di sviluppo dei centri urbani».

Si comincia con il Piano delle Coste e quindi con la necessità di rivedere concessioni, spiagge libere e attrezzate, fasce di rispetto e, più in generale, la programmazione di servizi lungo un litorale bisognoso più che mai di una nuova visione. Si passa, poi, al Piano del commercio, con volumetrie dedicate a grandi e medie strutture che superano ormai di gran lunga i limiti indicati anni addietro a scapito del piccolo commercio, che Salvemini ha promesso di valorizzare. E, ancora, il piano della mobilità, anch’esso decisivo per cambiare l’assetto e i servizi del capoluogo, avviando - punto essenziale sul quale il primo cittadino insiste con i dirigenti - un dialogo più stretto e proficuo fra i vari settori, per armonizzare lo sviluppo di Lecce. Si dovranno scontentare i molti che nel Pug già redatto hanno riposto le loro aspettative. Offrendo a loro e a tutti i cittadini, una diversa prospettiva di crescita. Impresa non da poco.
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Quotidiano Di Puglia