Otranto, i vandali colpiscono la Marmitta dei Giganti: distrutta una parte

Sfregiato uno dei capolavori naturalistici del Salento: la “Marmitta dei Giganti”. La celebre formazione frutto di un’erosione millenaria si trova a...

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Sfregiato uno dei capolavori naturalistici del Salento: la “Marmitta dei Giganti”. La celebre formazione frutto di un’erosione millenaria si trova a Sant’Emiliano, sul percorso della Via Francigena ed è meta di migliaia di appassionati escursionisti. Qualcuno, ieri, si è accanito distruggendone una parte. La perfetta sfera creata dalla natura ha ora degli evidenti segni di danneggiamento, gli stessi che mostrano gli scogli quando sono distrutti per prelevare i datteri di mare.

L'allarme

A dare l’allarme, l’appassionato escursionista Gianni Rella: «Ci vado spesso, anche per periodi molto lunghi, amo l’area di Porto Badisco e Sant’Emiliano - sottolinea - alcune volte sia io che gli escursionisti ci arrabbiamo con i pescatori che lì lasciano le scatolette delle esche ed altra spazzatura, ma mai avrei immaginato che qualcuno avesse intenzione di distruggerla». 
Il capolavoro naturalistico non è completamente distrutto, perché si tratta di una roccia durissima e compatta quasi impossibile da scalfire. Evidentemente, i vandali entrati in azione sono stati interrotti dalla presenza di qualche escursionista, o pescatore, oppure dal passaggio di qualche imbarcazione lungo la costa. Del resto, l’area di Sant’Emiliano subisce spesso dei gravi danneggiamenti, essendo anche un geosito, ci sono ladri specializzati nel furto delle sue spettacolari rocce ricche di fossili. Potrebbe essere stato proprio quale ladro di fossili che -lo ripetiamo- non possono essere rimossi dal luogo poiché è vietato. 

Il furto dei massi 

Una decina di anni addietro, invece, scattò l’allarme per via del furto di enormi massi (anche di diverse tonnellate) trafugati da Sant’Emiliano per essere poi rivenduti. Si tratta dello stesso fenomeno che interessa, ad esempio, i furti di ulivi secolari che sono poi venduti nelle ville del Nord Italia. Questa è infatti, la pista più probabile: un tentativo di imbrigliarla per poi portarla via. Del resto, le grosse rocce, già anni fa erano state imbrigliate per poi essere portate via con mezzi pesanti. Insomma, il patrimonio di bellezze artistiche, storiche e naturalistiche del Salento non è mai al sicuro. Tra vandali, ladri senza scrupoli (che hanno trafugato anche menhir, in qualche caso) ogni pezzo di Salento rischia di essere distrutto. 


Ora si spera che il Comune di Otranto, provveda a mettere, almeno nella zona di Sant’Emiliano e Badisco, delle economiche, ma efficacissime foto-trappole per poter monitorare questo preoccupante fenomeno. Ciò prima che il sito sia sfregiato irrimediabilmente per tutta l’area. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia