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Il fiume Silur di Porto Badisco è vivo ed impetuoso. Lo scroscio di pioggia di ieri pomeriggio nel fiordo a Sud di Otranto ha dimostrato la presenza pressoché permanente lungo la costa rocciosa dell’antico fiume riemerso con l’alluvione di novembre dell’anno scorso: è sfociato dalla scogliera lato Nord con tutto il suo carico di terra nelle acque cristalline della baia.
Dal lato opposto invece è tracimata la terra battuta dei parcheggi, dando un colore lattiginoso all’acqua di mare.
Silur, progetto per valorizzarlo
Il fiume Silur, fiume che la tradizione colloca perlomeno a due millenni fa, c’è e non c’è nessuna intenzione di sopprimerlo. A questo proposito nei mesi scorsi l’ente Parco di Otranto-Leuca ha affidato all’ingegnere Tommaso Farenga - scelta condivisa dal Comune di Otranto - l’incarico di ridisegnare completamente l’area con l’obiettivo di puntare alla naturalizzazione. Cioè, riportarla alla sua configurazione originaria prima che la mano dell’uomo portasse l’asfalto fin quasi al livello del mare, le auto, il lido e il ristorante situato a pochi metri del mare. Per certi versi, una rivoluzione per come abbiamo imparato a conoscere Porto Badisco negli ultimi decenni.
Il nubifragio
La svolta è arrivata con il nubifragio dell’autunno dell’anno scorso che ha riportato alla luce l’antico fiume a pochi passi dalla Grotta dei Cervi.
Ora quel fiume si è ripreso i suoi spazi che non possono più essere soffocati come ai tempi delle bonifiche di metà Novecento.
È lì, a volte silente nel sottosuolo ma si fa vedere e sentire appena alimentato da un acquazzone. Come è accaduto ieri.
Quotidiano Di Puglia