Qualche luce, ma tante ombre per gli ospedali salentini dove le migliori perfomance le registrano, complessivamente, le case di cura private accreditate. È la...
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I dati parlano della mortalità a 30 giorni, quindi un dato che ha molto a che fare con l’aspetto clinico, ma anche di aspetti squisitamente organizzativi: uno per tutti il basso numero di interventi chirurgici che caratterizza alcuni ospedali. Una razionalizzazione urge, quindi, per garantire la sicurezza dei malati, ma tanti sono i dubbi degli addetti ai lavori e dei territori sulla imminente messa in atto del Piano di riordino perché non intravedono un nesso stretto tra epidemiologia e riorganizzazione.
E veniamo ai dati.
Non si viaggia meglio se si passa a valutare l’incidenza di mortalità a 30 giorni di una malattia diffusa, specie nel Salento, come la Bpco (Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva) riacutizzata, con l’eccezione dell’ Ospedale di San Cesario che registra un dato eccezionale: 1,52% a fronte del 9,91% dell’Italia, ma anche Copertino ha una buona perfomance con il 4,10%. Al “Sacro Cuore di Gesù” siamo al 15,78%, va un po’ meglio a Scorrano (11,18%), troppo alta la percentuale di Casarano (17,33%), fanno meglio a Galatina (8,66%).
I vertici della Asl di Lecce hanno materia per riflettere. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia