Non solo la lotta contro il cancro, ma anche la tragica beffa di non poter fare la tac in tempi brevi. Questa la drammatica vicenda denunciata da due giovani donne al...
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«Si tratta di due casi – racconta Oliva – purtroppo non isolati. Decine e decine di malati di tumore sono in lista d’attesa per eseguire una tac al Fazzi e si vedono negato il diritto alla salute visto che non possono eseguire gli esami diagnostici con una tempistica utile ad accertare lo stadio della loro malattia». E già.
Sono più di cento i pazienti oncologici che sono in attesa di una tac e ad aggravare il tutto la circostanza che spesso si tratta di esami da doversi eseguire a sei mesi dall’intervento per verificare lo stadio della malattia e decidere il piano terapeutico. Siamo, perciò, dinanzi a situazioni di vita o di morte e lo stato psicologico di chi deve combattere un male terribile come il tumore viene aggravato dalla difficoltà di accedere alle cure.
Tac al torace e addome completo sotto accusa, in questi due casi. Stando ai dati sui tempi d’attesa nella Asl di Lecce, relativi al primo semestre del 2015, nel 100 per cento dei casi viene eseguita la tac addome superiore e inferiore entro 60 giorni e nel 97 per cento dei casi nel caso della prenotazione programmata. L’addome completo viene eseguita entro 60 giorni nel 91,11 per cento dei casi, nel 95,85 per cento dei casi entro 180 giorni per l’esame programmato. Ma la realtà è molto lontana, a quanto pare, dai dati elaborati da Ares (Agenzia Regionale Sanitaria). Sul fronte dell’urgenza e della erogazione entro dieci giorni dalla richiesta, anche i dati resi pubblici denunciano lo sfacelo: solo il 30,36 per cento delle richieste urgenti di tac addome completo viene evaso nei previsti 3 giorni e solo il 51,90 per cento entro 10 giorni. Stessa solfa per la tac al torace: solo il 50 per cento delle richieste urgenti viene eseguito in 3 giorni, il 62,62 per cento in 10 giorni, il 91,30 per cento entro 60 giorni, il 97,34 per cento entro 180 giorni. Le prenotazioni parlano chiaro: anche un paziente tumorale che dovrebbe avere corsie preferenziali aspetta 19 mesi, un’eternità.
L’altra faccia della medaglia la spiega il responsabile del Tdm, Oliva, che dopo i due casi denunciati ha accertato la fondatezza della segnalazione e le cause che determinano situazioni così gravi che riguardano tante persone affette da gravi malattie. «C’è carenza di medici – afferma Oliva – anche perché uno è stato spostato nella sala radiologica del pronto soccorso del Fazzi. È chiaro che anche lì è importante far funzionare la sala radiologica, ma se non assumono personale finiscono per tirare la coperta da una parte o dall’altra scoprendo questo o quel servizio. Noi raccogliamo il disagio e l’amarezza dei pazienti e ci adoperiamo per sollecitare una soluzione che per ora non vediamo all’orizzonte». E, purtroppo, questo problema è ormai una costante della Asl di Lecce con danno per chi soffre. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia