Cura dimagrante per gli ospedali salentini. La nuova mappa disegnata dalla Asl di Lecce per essere proposta alla Regione, ne prevede tre di primo livello: Scorrano, Gallipoli e...
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La proposta elaborata dal direttore sanitario della Asl di Lecce, Antonio Sanguedolce, di concerto con il commissario straordinario, Silvana Melli, ridimensiona il numero di reparti perché saranno vietate le duplicazioni sia per contenere la spesa e mantenere in equilibrio i bilanci degli ospedali che rischierebbero il commissariamento in caso di spesa fuori controllo; sia per garantire il rispetto delle norme europee sul turno di riposo di undici ore, nell’arco dell’intera giornata lavorativa, a medici, infermieri e tecnici. Capovolge le ipotesi avanzate dalla Regione nel primo Piano. Il Fazzi rimane Hub di secondo livello, ossia ospedale di riferimento provinciale così come stabilito sin dalla delibera della Giunta regionale dell’ottobre 2014 che ha delineato la rete dell’emergenza-urgenza e dal Regolamento ospedaliero numero 14 approvato in via definitiva a giugno dello scorso anno. Nulla di nuovo, perciò, sul fronte del Fazzi, mentre tagli e capovolgimenti del ruolo dei singoli ospedali sono destinati ai quattro presidi per i quali era previsto l’accorpamento e a Scorrano che in prima battuta era destinato a essere ospedale di base.
Così gli ospedali di primo livello (Scorrano, Gallipoli, Tricase) entreranno nella rete dell’emergenza-urgenza, ma saranno anche sede dei punti nascita che, invece, saranno persi da Galatina, Copertino e Casarano. Scorrano e Gallipoli, quindi, oltre al punto nascita, avranno l’area chirurgica che, nella prima bozza del Piano di riordino, erano destinate a Copertino e Casarano. La viabilità è stato un elemento che il commissario Melli e Sanguedolce hanno tenuto come centrale per disegnare la nuova mappa. Da qui il riposizionamento di Gallipoli (nella prima bozza del Piano di riordino targato Emiliano era destinato a essere ospedale delle medicine specialistiche con punto di primo intervento e pronto soccorso estivo) maturato sulla base della considerazione che la viabilità verso Casarano non rende facile il raggiungimento dell’ospedale, cosa non secondaria per il 118 che trasporta pazienti con problemi in cui il tempo gioca una variabile fondamentale: anche pochi minuti possono fare la differenza. Per Scorrano ha valso, oltre alla viabilità, il presupposto che quell’area geografica è centrale per la dorsale adriatica e non a caso è sede del nuovo ospedale.
Nel frattempo il commissario straordinario della Asl, Silvana Melli, non perde occasione per ribadire – e sollecitare – un approccio responsabile alle problematiche della sanità, oltre a una sorta di rivoluzione culturale che permetta di non aspettarsi il famoso ospedale sotto casa. La partita si gioca sul chi fa cosa, e su una mappa chiara e precisa della rete ospedaliera dove ogni ospedale abbia la sua precisa mission. E Melli su questo punto ha già ribadito che gli ospedali salentini, di base o di primo livello, avranno autonomia e una specifica caratterizzazione.
Cosa devono contenere gli ospedali? Lo stabilisce il famoso decreto ministeriale 70 entrato in vigore a giugno dello scorso anno per fissare, in modo analitico, quali reparti devono essere presenti negli ospedali in base alla loro classificazione. Secondo quanto dispone il decreto ministeriale gli ospedali di base devono avere il pronto soccorso e alcune specialità: Medicina interna, Chirurgia generale, Ortopedia, Anestesia e servizi di supporto come Radiologia, Laboratorio, Emoteca e una dotazione di letti di “Osservazione Breve Intensiva”. Il primo livello fa parte invece della rete dell’emergenza urgenza e offrirà un ventaglio di reparti completo. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia