Vigilia di Natale con il coprifuoco. Gesù Bambino “anticipa” e al Duomo nasce alle 20

Vigilia di Natale con il coprifuoco. Gesù Bambino “anticipa” e al Duomo nasce alle 20
Gesù Bambino, in tempi di Covid, nascerà in un orario conciliabile con il coprifuoco. La messa della notte di...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Gesù Bambino, in tempi di Covid, nascerà in un orario conciliabile con il coprifuoco.


La messa della notte di Natale sarà, dunque, anticipata rispetto alla tradizione.
E le diocesi salentine si stanno muovendo nel solco tracciato dal Consiglio episcopale permanente della Cei che si è riunito nei giorni scorsi in videoconferenza.


Per quest'anno, dunque, niente veglia di mezzanotte. A Lecce, per esempio, le celebrazioni del 24 dicembre sono state programmate a distanza di un'ora: alle 18 a San Matteo, alle 19 nella Basilica di Santa Croce e alle 20 la liturgica che l'arcivescovo Michele Seccia presiederà nella cattedrale di piazza Duomo. Insomma, la pandemia mette a dura prova anche i riti più antichi e sentiti, ma di certo non li ferma. Anche perché, soprattutto per i credenti, il senso del Natale e della nascita del Bambinello dovrebbe andare ben oltre le consuetudini e i formalismi delle lancette. Tuttavia, in tante parrocchie già da tempo, in alcuni casi da decenni, la veglia comincia molto prima delle ventiquattro.


«Sarà necessario prevedere l'inizio e la durata della messa della notte di Natale in un orario compatibile con il cosiddetto coprifuoco, afferma la nota della Conferenza episcopale italiana. Quindi, più che sull'ora di avvio, il paletto è fissato sulla chiusura della liturgia del 24 dicembre in un orario che consenta il ritorno a casa dei fedeli entro le 22. E mai come quest'anno sarà, poi, necessario spalmare la partecipazione alle messe, come suggerisce il documento dei vescovi, tra le diverse possibilità, cioè tra le messe della vigilia e quelle del 25 dicembre.


«Desideriamo che il Natale sia momento di grazia e di solidarietà. Siamo sereni - dice il vescovo di Nardò-Gallipoli, Fernando Filograna - nell'accogliere gli orientamenti della Cei, tenuto presente che anticipare ad ore serali la veglia di Natale non è modalità nuova nella vita della Chiesa. È la Cei, in ogni caso, ad interfacciarsi col Governo affinché i riti propri di questo tempo si possano svolgere in sicurezza e serenità. Esercitare la carità a partire dal preservare il prossimo da rischi inutili è giusto e necessario. L'eventuale aumento di numero delle celebrazioni in determinate comunità è poi valutato caso per caso. Prepariamoci quindi con opere di carità e preghiera ad accogliere il Bambino Gesù perché, innanzitutto, nasca nei nostri cuori».


Anche nella diocesi di Otranto, intanto, lavori in corso per pianificare gli orari. «Non imporremo nulla, non è nello spirito della Chiesa imporre alcunché. Saranno decisioni sinodali che prenderemo ovviamente in base agli orientamenti della Cei», conferma il vicario generale don Giuseppe Mengoli. In ogni caso, l'Andate in pace della veglia di Natale risuonerà prima delle 22.
Al di là delle restrizioni da orologio, la diocesi di Ugento-Santa Maria di Leuca ha poi «raccomandato ai parroci di suggerire ai fedeli di distribuirsi nelle messe programmate, tra la vigilia e il giorno di Natale». «Inoltre, per le chiese più piccole - aggiunge monsignor Beniamino Nuzzo, vicario generale - il consiglio è quello di aumentare il numero delle celebrazione del 25 dicembre. L'importante è comunque rispettare con prudenza e responsabilità le indicazioni per vivere un Natale autentico e in sicurezza».


E in un Paese piegato dall'emergenza sanitaria, prima ancora del dibattito sugli orari delle messe, i vescovi italiani hanno ribadito l'urgenza dell'ascolto capace di farsi carico del disagio, dello scoraggiamento e delle nuove povertà. E la necessità di curvarsi per ricucire la rete sfilacciata delle relazioni, in alcuni casi strappata dal distanziamento sociale e dal timore dell'altro visto come contagioso. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia