Ci potrebbe essere qualche apprezzamento di troppo alla base della colluttazione che, nella tarda serata di lunedì, ha coinvolto a Nardò un giovane professionista...
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Erano circa le 20.30 e l’uomo, architetto con interessi nel Salento, passeggiava in compagnia di un’amica lungo corso Vittorio Emanuele, nel cuore del centro storico, quando, qualche parola di troppo, partita da un gruppo di ragazzini che si trovava nei pressi di alcuni distributori automatici lo hanno, in qualche modo, infastidito. Pare si trattasse infatti di apprezzamenti poco consoni rivolti alla donna e il gentleman si è sentito in dovere di difenderla. Non poteva immaginare che purtroppo, di lì a breve, ne sarebbe nata una colluttazione con quei ragazzini che si sono sentiti forti di agire in “branco”.
È nato un litigio e quando si è passati alle mani ad avere la peggio è stato proprio l’uomo, vista la superiorità numerica degli adolescenti. Un gruppo che in molti dicono facesse serata in questa stanzina, un tempo piccolo esercizio commerciale ma che ora ospita una serie di distributori automatici. Uno dei tanti luoghi di ritrovo che offre persino un piccolo riparo dalla pioggia. I giovani pare fossero solitamente rumorosi, a volte inopportuni ma mai violenti. Almeno sino ad ora.
L’uomo infatti avrebbe subito percosse piuttosto pesanti, al punto che i primi soccorritori hanno pensato a conseguenze ben più gravi di quelle poi emerse, fortunatamente, dal referto del punto di primo soccorso neretino. Del sangue all’altezza dell’orecchio ha fatto “fantasticare” persino di una possibile perdita dell’udito ma i giorni di prognosi stabiliti dai sanitari per l’uomo sono cinque e fanno pensare, dunque, a ferite non gravi. Resta la gravità del fatto perpetrato da ragazzini senza regole sulle cui tracce ora sono gli uomini del commissariato di Nardò diretto dal vicequestore Pantaleo Nicolì. Si tratterebbe di due, forse tre soggetti ma la certezza dei fatti sarà data dai filmati delle telecamere di videosorveglianza della stessa stanzetta dei distributori che era la loro “tana”.
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Quotidiano Di Puglia