«Va bene tendere la mano a Porto Cesareo, ma prima chiediamo alla Regione Puglia di prendere impegni sul finanziamento delle opere di depurazione. Altrimenti il Comune non...
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Nelle scorse settimane, dopo il rigetto del Protocollo, Nardò si è impegnata a concedere il collettamento dei reflui di Porto Cesareo al depuratore neritino in cambio di un nuovo protocollo che preveda espressamente l'adeguamento dei due depuratori di Porto Cesareo e di Nardò alle caratteristiche tecnologiche di quello di Fasano, con un sistema di depurazione modulare a seconda della popolazione fluttuante, soprattutto durante il periodo estivo.
L'impianto "Forcatelle" di Fasano dovrebbe utilizzare le acque in eccesso rispetto all'uso agricolo (ormai di grande qualità) per il ravvenamento della falda attraverso delle trincee drenanti, come del resto è stato auspicato dallo stesso Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano che, inaugurando l'impianto, lo ha indicato come esempio virtuoso su cui fondare il nuovo Piano di Tutela delle Acque.Con un impianto del genere, una volta approvate le nuove linee guida comunitarie che consentiranno il ravvenamento della falda, si eviterà il recapito finale a mare delle acque reflue. Nel frattempo, le acque in surplus rispetto all'uso agricolo, opportunamente depurate, dovrebbero essere smaltite attraverso l'attuale scarico in battigia.
«È necessaria però molta attenzione - dicono Siciliano e Maccagnano - perché anche nella parte del protocollo approvato dalla passata amministrazione erano contenute buona parte di queste previsioni che, purtroppo, ad oggi non sono state ancora finanziate, nonostante la Regione abbia impegnato ingenti risorse europee per la depurazione. Staremo tranquilli - continuano i due consiglieri - solo se la Regione, attraverso una delibera di giunta, non solo approverà il nuovo protocollo con le nuove soluzioni, ma impegnerà contestualmente anche le relative risorse. In caso contrario vorrà dire che la Regione, al di là delle belle parole del Presidente Emiliano contro lo scarico a mare, è intenzionata insieme all'Aqp ad attuare il vecchio e avversato progetto di scaricare a mare reflui depurati al minimo, attraverso una condotta dalla lunghezza insufficiente. Se tali dovessero rivelarsi le intenzioni della Regione, troveranno sempre la nostra ferma opposizione. L'amministrazione comunale, finché non avrà questa certezza, non deve dare il nulla osta a nessuna opera. Tantomeno al collettamento dei reflui di Porto Cesareo. Anche perché Nardò non ha nulla da temere in merito ad una eventuale sanzione comunitaria: la prima a non aver rispettato i contenuti del protocollo, non finanziando finora le opere più importanti, è stata proprio la Regione Puglia». Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia