Michela Pascali, leccese la prima poliziotta omosessuale ai vertici di un sindacato di Polizia

Michela Pascali, leccese la prima poliziotta omosessuale ai vertici di un sindacato di Polizia
Si chiama Michela Pascali, è una leccese di 45 anni ed è la prima poliziotta omosessuale a diventare segretaria generale di un sindacato di polizia. ...

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Si chiama Michela Pascali, è una leccese di 45 anni ed è la prima poliziotta omosessuale a diventare segretaria generale di un sindacato di polizia.

Ad eleggerla nei giorni scorsi è stata l'assemblea del Silp-Cgil che si è tenuta a Rimini. In Polizia da venti anni, Michela ha lavorato alla Polfer di Milano e in vari uffici della questura di Firenze, dove attualmente è assistente capo tecnico, con il ruolo di tecnico informatico.
Da tempo impegnata nell'attività per i diritti degli omossessuali, Michela ha una compagna da 9 anni ma prima è stata sposata. "Spero che la mia elezione - aggiunge - possa aiutare tanti colleghi a fare coming out, possa aiutare tutti quelli che vivono un disagio ad uscire fuori senza vergognarsi di quello che sono".
Nel 2018 Michela Pascali era stata al centro di un caso che aveva suscitato polemiche. Aveva avuto l'autorizzazione dalla questura di Firenze di partecipare alla Conferenza internazionale per i diritti delle persone omosessuali nelle forze dell'ordine, ma senza la divisa addosso "perché non si tratta di un evento istituzionale". Lei aveva chiesto di prender parte al convegno indossando l'uniforme. L'incontro, l'ottavo dell'European Lgbt Police Association, unisce le associazioni che in 16 Paesi europei chiedono il riconoscimento dei diritti per gay, lesbiche e transessuali in polizia e forze armate.Ma torniamo in  Italia. Mentre la richiesta di Pascali  (vicepresidente di Polis Aperta, associazione di militari e poliziotti che si battono per i diritti degli omosessuali in divisa)  era stata rifiutata, due colleghi di Milano e Genova avevano hanno avuto risposte opposte. I due agenti, infatti, erano stati autorizzati a partecipare in uniforme dal ministero degli Interni. Il  Viminiale però precisò che l'autorizzazione non andava intesa come delega a rappresentare ufficialmente la Polizia di Stato. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia