Prima parziale vittoria dei no Tap con la sospensione dell’espianto degli ulivi che sorgono lungo il tracciato del gasdotto. Il prefetto di Lecce Claudio Palomba...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Un’apertura che sia il Comitato no-Tap che i venti sindaci firmatari del documento sottoposto al prefetto (Melendugno, Vernole, Calimera, Castrì, Caprarica, Martano, Carpignano, Zollino, Corigliano, Castro, Melpignano, Bagnolo, Cursi, Palmariggi, Ortelle, Poggiardo, Tricase, Cannole, Lizzanello, Sannicola e Uggiano) interpretano come un segnale che lascia ben sperare.
Quella di ieri è stata una giornata lunghissima sia nelle campagne di San Foca che nei palazzi. Nei campi di zona San Basilio decine di persone, giunte con i thermos di caffè sin dalle 5 del mattino e arrivando due volte allo scontro con le forze dell’ordine, hanno bloccato fisicamente, seduti sull’asfalto, il passaggio dei mezzi necessari per l’espianto dei 211 ulivi situati nel cantiere di Tap. Il compromesso raggiunto attorno a mezzogiorno, dopo vari momenti di tensione e qualche contatto tra militari in tenuta antisommossa e manifestanti, è stato quello di far entrare nel cantiere solo i camion, mentre le ruspe - che pure erano pronte per proseguire con l’espianto degli alberi iniziato qualche giorno fa - sono tornate indietro.
Più tardi, in Prefettura, dieci sindaci hanno illustrato al prefetto tutte le loro perplessità sul progetto e sull’urgenza dello spostamento degli ulivi, ottenendo la sospensione, almeno per qualche giorno, di quello che ritengono «un inutile sacrificio degli ulivi di San Foca». Sul tavolo i sindaci hanno messo «un quadro autorizzativo ancora non chiaro e i dubbi sulla fattibilità tecnica del progetto del microtunnel nella zona di approdo». E hanno chiesto la «sospensione immediata delle operazioni di espianto per evitare un danno irreparabile ai nostri cari ulivi e un loro inutile sacrificio». E il prefetto Palomba non è stato sordo al loro appello.
«Il Salento - spiega il sindaco di Melendugno, Marco Potì - tra xylella, aumento dei tumori e ora anche Tap, in questo momento è una polveriera. Non vogliamo un territorio militarizzato come sta avvenendo purtroppo in questi giorni e quello che a noi preme è tutelare innanzi tutto la sicurezza dei cittadini, ma riteniamo anche che non ci sia alcuna urgenza per Tap di effettuare l’espianto. Far eseguire i lavori con la forza sembra quasi una provocazione che non sta facendo altro che esacerbare gli animi e per questo chiediamo di aspettare che il quadro sia più chiaro. Alla Regione, invece, chiediamo di ritirare in autotutela le autorizzazioni rilasciate dall’osservatorio fitosanitario e dall’ispettorato dell’agricoltura, in attesa di conoscere l’esito dei vari ricorsi».
La soddisfazione dei membri del Comitato No Tap arriva per bocca del portavoce, Gianluca Maggiore: «Oggi - racconta - nonostante qualche momento di agitazione, abbiamo assistito alla vittoria del buonsenso. Ci interessava che nessuno si facesse male e così è stato e il clima al presidio è tornato sereno. Abbiamo conquistato questa tregua, ma non ci fermiamo: continueremo ad essere lì, davanti al cantiere, per controllare. Quello che ci conforta è la partecipazione dei cittadini che ieri, arrivando alle 5 del mattino e schierandosi al nostro fianco, hanno dimostrato chiaramente che quest’opera non la vogliono».
Di fronte alla richiesta del prefetto potrebbe essere dunque superata la posizione di Tap, che nel pomeriggio di ieri, nell’annunciare la volontaria sospensione dell’espianto per 24 ore, confermava il proprio programma di lavoro «non essendo allo stato intervenuto alcun atto di revoca o sospensione delle autorizzazioni rilasciate per le attività di cantiere della Fase 0». Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia