Una falsa richiesta di congedo riportante un altrettanto falso timbro di protocollo; e un illegittima determina che liquidava le ferie non godute del dirigente comunale. Sono le...
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Il decreto di perquisizione, cui hanno dato seguito ieri i militari del Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza di Lecce, porta la firma del pubblico ministero Massimiliano Carducci. L’ipotesi della Procura è che i tre abbiano fatto carte false per consentire a Petrelli di intascare una cospicua somma: oltre 12.500 euro equivalenti a 53 giorni di ferie non godute alla cessazione del servizio, somma che ha pesato sul bilancio 2015 del Comune di Lizzanello. Il tutto contenuto in una determina, a firma della Lippolis e datata 9 febbraio 2015, ritenuta illegittima perché “figlia” di un altro atto, che per la Procura è del tutto falso. Ovvero la richiesta di congedo ordinario/straordinario/permesso formulata da Petrelli il 19 giugno 2014, riportante un falso timbro di protocollo e, in calce, il diniego alla concessione delle ferie per motivi di servizio a firma del sindaco Giovannico.
Fin qui le accuse della Procura, che ieri hanno portato alla perquisizione degli uffici comunali a Lizzanello. I finanzieri hanno sequestrato, oltre ai documenti relativi alle accuse mosse ai tre indagati, anche altre carte, che potrebbero rivelarsi utili per il prosieguo delle indagini. I militari, esperti in computer forensics, hanno anche effettuato una copia dei file di interesse investigativo presenti sul server del Comune.
Gli indagati sono difesi dagli avvocati Rosa Vanzanelli, Giancarlo Vaglio e Anna Buccarella. L’indagine è ancora in una fase embrionale e le perquisizioni servono proprio a chiarire le posizioni e le eventuali responsabilità di ciascuno degli indagati. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia