«Basta con gli ambulatori che chiudono alle 14». L’imperativo è del direttore sanitario della Asl di Lecce, Antonio Sanguedolce, e riguarda uno degli...
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Ma Sanguedolce ha altre frecce nel suo arco: «Le azioni che daranno il maggior contributo all’abbattimento dei tempi di attesa sono i percorsi diagnostici e i day service. Piuttosto che singole prestazioni si utilizzano percorsi di presa in carico del paziente in particolar modo per ipertensione, diabete, broncopneumopatia cronica. Si tratta delle malattie più diffuse e nel Salento c’è anche una maggiore incidenza di broncopneumopatia cronica forse a causa degli inquinanti che stiamo indagando. Con la presa in carico del paziente liberiamo spazio nelle liste». E ancora: «I day service e i percorsi diagnostici sono già avviati grazie al supporto e all’impegno dei direttori e dei distretti. I day service sono riconosciuti dalla Regione e sono consigliati anche per migliorare i tassi di ospedalizzazione perché evitano i ricoveri inappropriati. Stiamo lavorando per un day service pediatrico e per i percorsi diagnostici. È un obiettivo che possiamo raggiungere con le risorse attuali: al 99 per cento è un problema organizzativo».
Anno nuovo, vita nuova, insomma. Anche se per l’apertura h12 degli ambulatori e per il funzionamento di tac e risonanze bisognerà aspettare l’espletamento dei concorsi e le nuove assunzioni. «Le risorse umane che abbiamo inserito nel Piano triennale delle assunzioni – conclude Sanguedolce – andranno a dare un aiuto per far funzionare le macchine su due turni di lavoro, come pure gli ambulatori. Non possiamo continuare con la chiusura alle 14, ma dobbiamo lavorare su due turni compreso il sabato mattina».
Questo il “menu” a fronte della pubblicazione dell’ultimo report sulle liste d’attesa, stilato da Ares e InnovaPuglia che mette sotto la lente d’ingrandimento 14 visite specialistiche e 29 esami diagnostici e tra queste ci sono esami e visite molto importanti per la salute e per la vita. La rilevazione è stata fatta ad ottobre 2016, tra il 3 e il 7, e certifica un miglioramento delle perfomance rispetto ad ottobre di un anno prima, ma – al tempo stesso – c’è un peggioramento netto nel confronto con aprile 2016. In pratica sono dati altalenanti visto che la punta parte da ottobre 2015, scende in picchiata nell’aprile del 2016, risale bruscamente a ottobre dello stesso anno. Basta analizzare i dati di alcuni tra gli esami più richiesti. Per la mammografia a ottobre 2015 si viaggiava con un’attesa di 211 giorni, ad aprile 2016 il “miracolo” di un tempo medio di 23 giorni, a ottobre dello stesso anno la china è risalita a quota 62; identica altalena per la tac al torace che a ottobre 2015 era a quota 49 giorni di attesa, un anno dopo a 51, ma ad aprile 2016 era di 22 giorni; per la tac all’addome superiore si partiva con 43 giorni di attesa, si scendeva a 10 per risalire a 27. E ora la Asl promette la svolta. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia