Una vendetta passionale costata carissima ai protagonisti: lei, un'avvocatessa salentina, lui, il suo ex, reo di averla lasciata. A finire nei guai è stata...
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Calunnia e diffamazione, le accuse formulate nella richiesta di rinvio a giudizio dal pubblico ministero Stefania Mininni. Lo stesso magistrato aveva chiesto l'arresto dell'avvocatessa, il giudice per le indagini preliminari MIchele Toriello ha ritenuto tuttavia insussistenti le esigenze cautelari.
Al centro dell'inchiesta la lettera anonima arrivata a giugno di due anni fa alla Procura per i minorenni. La scrivente raccontava di aver raccolto le confessioni di una ragazzina sugli abusi sessuali che una sua amica avrebbe subito quotidianamente dal nuovo compagno della madre.
La minorenne negò e negarono anche le amiche, nel corso dell'indagini che videro il sospettato finire sott'inchiesta per violenza sessuale. Fu lui a riconoscere la scrittura dell'avvocatessa Perfetto durante l'interrogatorio in Procura. La riconobbe, la scrittura, perché avevano avuto una lunga relazione finita da tempo e con degli strascichi per dei contenziosi ancora pendenti in Tribunale. Il consulente calligrafico confermò la paternità della lettera e per questo l'avvocatessa Perfetto è stata messa sott'inchiesta. E' difesa dall'avvocato Gianmichele Pavone, l'uomo accusato ingiustamente si costituirò parte civile con l'avvocato Giuseppe Corleto. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia