Piano del Commercio: è corsa contro il tempo a Lecce. Approvazione entro aprile: preferenza a medie superfici, aiuti a chi ristruttura

Piano del Commercio: è corsa contro il tempo a Lecce. Approvazione entro aprile: preferenza a medie superfici, aiuti a chi ristruttura
Esercizi di vicinato, botteghe, food, distributori di benzina, edicole, medie e grandi strutture. La fotografia della rete commerciale esistente sul territorio comunale di Lecce...

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Esercizi di vicinato, botteghe, food, distributori di benzina, edicole, medie e grandi strutture. La fotografia della rete commerciale esistente sul territorio comunale di Lecce è tutta racchiusa in oltre 300 pagine del Documento strategico del Commercio. Nella mappatura affidata a Confcommercio Lecce il Piano strategico del Commercio prende forma (o meglio ce l’ha già) e aspetta solo di varcare la soglia di Palazzo Carafa per essere discusso in commissione Attività produttive per poi proseguire il suo iter fino all’approvazione in giunta che ha scadenza il 30 aprile 2022 secondo le indicazioni della Regione Puglia.

Il nuovo strumento urbanistico


Il nuovo strumento urbanistico - che dovrà incrociarsi anche il con il Pug (Piano urbanistico generale) ancora in fase di redazione e in attesa di essere approvato: termine fissato dall’amministrazione comunale è il 2024 - ha un doppio obiettivo: disciplinare tutte le tipologie di attività commerciale sul territorio cittadino in conformità alle disposizioni indicate dalla Legge Regionale 24/2015 (meglio conosciuta come “Codice del Commercio”) e dai vari Regolamenti regionali attuativi e definire le scelte strategiche per il rilancio dell’economia urbana. 
Il panorama è chiaro con una Lecce quasi divisa a metà con le attività del commercio non alimentari concentrate nella zona Mazzini e il food che “riempie” e quasi collassa il centro storico della movida. Sebbene i locali del leisure si concentrino anche in altre zone in espansione della città: via Taranto su tutte. Poi ci sono le marine a secco di servizi per i residenti e con attività commerciali stagionali.

Il Piano


Gli esercizi di vicinato (esercizi in sede fissa con superficie fino a 250 mq) rappresentano storicamente, secondo il Piano del Commercio, l’ossatura diffusa del commercio cittadino concentrato soprattutto nel quartiere Mazzini. Sebbene in sette anni - inizio 2014/inizio 2021 - si sia registrata una contrazione del 23,5%, contrazione che tuttavia resta in linea con il trend nazionale. Complessivamente gli esercizi di vicinato presenti sono 1.992 per una superficie di vendita (totale) di 171.011 mq: di questi 602 appartengono al settore alimentare/misto e 1.390 al non alimentare. In termini percentuali il 30,2% degli esercizi di vicinato appartiene alla categoria alimentare/misto; il 69,8% al non alimentare. Secondo la mappatura, mediamente sul territorio comunale vi sono 20,58 esercizi di vicinato ogni mille abitanti. 
È la zona Mazzini quella in cui si registra il maggior numero di esercizi di vicinato (644) seguita dal centro con 378 e dalla zona Salesiani (207) a seguire tutte le altre zone. “Minore la presenza nella altre zone della città, con Santa Rosa a fare un po’ da spartiacque fra le zone commerciali più dense e le aree periferiche - si legge nel documento - (pensiamo alle ex 167 borghi ma anche alle stesse marine dove anche il servizio distributivo risente ancora di una stagionalità)”.
Nella zona Mazzini vi è il maggior numero di esercizi di vicinato sia del settore alimentare (136 su 598) sia del settore non alimentare (508 su 1394). A seguire il Centro storico 113 attività food su 265 no food numeri che vengono confermati dalla vocazione “leisure” della zona antica di Lecce. 
La quota no food scende, secondo il rapporto di Confcommercio, nelle zone meno commerciali e più residenziali a favore del settore alimentare. “La quota dell’alimentare/misto sale, infatti, è sopra la media comunale (30%) nel quartiere Leuca (36,9), ai Salesiani (40,1%), a San Sabino (42%), fino a superare il 50% nella zona Kolbe S.G.Battista (52,6%), “zone residenziali” dove il food diventa di servizio. Lo stesso accade sul litorale dove il servizio aperto tutto l’anno è decisamente legato al food e dove si trovano nel periodo estivo beni di prima necessità, ma dove si è costretti a spostarsi altrove per il divertimento. Al netto della nascita di nuovi locali con sede estiva, ormai da qualche anno, nella sola San Cataldo, regina della movida estiva tra le marine leccesi.

La fotografia della città


Molto più in generale dalla fotografia scattata emergono alcuni fattori: “la presenza significativa del food in centro, la polarità di piazza Mazzini nel settore non alimentare, gli effetti della concorrenza della media e grande distribuzione soprattutto nel nord della città e nel settore food, il rischio di desertificazione in alcune aree periferiche, la discreta vitalità di alcune aree di vicinato commerciale (Salesiani, Ariosto, Via Taranto, Piazzale Rudiae, Leuca centro), si spiega nel documento.
Sono invece 57 le medie e grandi strutture presenti sul territorio comunale, di queste 33 di medie superfici (M1), 20 le strutture intermedie (M2) e 3 quelle con superficie compresa tra 1.501 e 2.500 mq (M3). La localizzazione è nelle aree di semiperiferia urbana con la il quartiere San Sabino a farla da padrone (11 le strutture esistenti): all’interno infatti ricadono Citymoda, Lo spazio e altre vicino a Settelacquare. Quindi Rione San Pio, Ferrovia-Casermette. 
Il commercio cittadino passa anche dai mercati: attualmente sono tre quelli coperti (due rionali Santa Rosa e Porta Rudiae a cui si aggiunge Settelacquare). Un mercato bisettimanale che si tiene nell’area mercatale di via Bari e il mercato giornaliero del settore non alimentare di Piazza Libertini. In questa fotografia rientrano anche il Mercatino delle Erbe rionali, gli automarket (12 in tutto), il Mercatino delle Etnie, quello dell’Antiquariato e i mercati di Frigole e San Cataldo. Sono invece 38 i chioschi presenti in città destinati ad edicole.

I pubblici esercizi


Sul territorio comunale sono presenti invece 645 attività di pubblici esercizi (comprese attività di somministrazione all’interno di alberghi a 4 e 5 stelle): di questi 333 sono bar, 179 ristoranti, 11 attività di intrattenimento e svago, 118 le cosiddette formule miste bar/ristoranti e 4 bar/ristoranti/intrattenimento. È il centro storico l’area in cui si concentrano maggiormente, seguito da zona Mazzini (139) e Rudiae San Pio (64 attività) soprattutto lungo l’asse di via Taranto. Nella rete commerciale sono inserite anche le tabaccherie: 55 in tutto le rivendite con maggiore concentrazione nella zona del centro; 41 invece le farmacie e parafarmacie.

Le strutture ricettive


E in una meta turistica come Lecce non possono mancare le strutture ricettive: in base agli elenchi del Comune censiti alla fine del 2020 le strutture presenti sono 594 - dato raddoppiato nell’ultimo quadriennio, si legge nel documento - La città turistica si caratterizza per la grande presenza di micro-ricettività diffusa, sono infatti 427 i B&B e 82 gli affittacamere e solo 19 gli alberghi. Le strutture ricettive trovano poto soprattutto nel centro storico (237), 80 in zona Mazzini, 67 in zona Leuca, 61 zona Ferrovia-Casermette, 50 zona San Pio, 30 Salesiani, 15 Santa Rosa.
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Quotidiano Di Puglia