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Si presentò in ospedale con i sintomi di una colica renale. Venne dimessa, ma 48 ore dopo tornò in pronto soccorso con gli stessi malesseri. Da quel momento le sue condizioni precipitarono, e, dopo otto mesi di coma, morì. Nei giorni scorsi è stato notificato l'avviso di conclusione delle indagini a 12 medici dell'ospedale Vito Fazzi di Lecce, coinvolti nell'inchiesta aperta per chiarire le circostanze che hanno condotto al decesso una 40enne di Monteroni lo scorso novembre. Gli indagati dovranno rispondere di omicidio colposo e responsabilità colposa in ambito sanitario.
Dodici medici indagati
Le indagini, coordinate dalla pm Paola Guglielmi, erano partite dopo la denuncia-querela sporta dal marito della donna, mamma di due bimbi, assistito dall'avvocato Viola Messa.
Dopo una visita, i medici del pronto soccorso l'avrebbero rassicurata, assegnandole una cura farmacologica ed un esame da effettuare secondo i tempi ordinari. Gli accertamenti, però, avrebbero svelato che già in quella circostanza, la situazione della paziente non sarebbe stata valutata correttamente, nonostante vi fossero gli indicatori per procedere con una tac d'urgenza. E infatti, due giorni dopo la donna venne trasportata dal 118 presso l'ospedale leccese con gli stessi sintomi. L'ecografia svelò la presenza di un'infezione a reni e vie urinarie e nonostante il ricovero e le cure la donna andò in coma. Trasferita in Rianimazione e poi Terapia Intensiva, dopo otto mesi di coma, la donna si spense nel letto di una clinica privata. Ora i 12 medici indagati - difesi dagli avvocati Massimo Manfreda, Francesco Palmieri, Luigi Covella, Pantaleo Cannoletta e Marco Pezzuto potranno chiedere di essere ascoltati. Alla scadenza dei termini previsti, il pm deciderà se richiedere il rinvio a giudizio.
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