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Sono stati condannati a quattro anni e mezzo di reclusione a testa l'avvocatessa Gabriella Cassano, 50 anni, di Lecce, ed il compagno Fabio Degli Angeli, 51 anni, di Carmiano, con l'accusa di avere sottratto dal reparto di Psichiatria dell'ospedale Vito Fazzi una ragazza disabile e di averla tenuta sequestrata a partire dal 16 maggio del 2018 in due appartamenti di Veglie e di Marittima di Diso.
Il processo
La sentenza è del giudice della prima sezione penale, il presidente del Tribunale RobertoTanisi, che ha accolto parzialmente le richieste del pubblico ministero della Procura di Lecce, Maria Rosaria Micucci: 9 anni ed 8 mesi per la Cassano (difesa dall'avvocato Luigi Piccinni) e 7 anni e 2 mesi per Degli Angeli (difeso dall'avvocato Salvatore De Mitri), le richieste. Il dispositivo della sentenza ha inoltre condannato anche Cosimo Visconti, 76 anni, di Porto Cesareo: 2 anni e 2 mesi di reclusione (3 anni e 4 mesi la richiesta, avvocatessa Letizia Garrisi).
Pena accessoria per la Cassano, Degli Angeli e Filieri, l'interdizione per cinque anni dagli uffici pubblici. Inoltre il dispositivo della sentenza ha previsto che tutti gli imputati condannati dovranno risarcire in sede civile la ragazza disabile costituitasi con l'avvocato Maurizio Sanasi: ha chiesto un milione di euro di danni (parte civile anche il padre della ragazza con l’avvocato Arturo Balzani). Tre mesi il termine indicato per depositare le motivazioni della sentenza e da qualche momento i legali degli imputati condannati ricorreranno in appello.
Le accuse
Nel detteglio delle accuse, la Cassano, degli Angeli e Visconti sono stati condannati per avere sottratto il 14 gennaio del 2018 la ragazza dall'ospedale e di averla condotta nella casa di Marittima di Diso lasciandola da sola, senza terapia farmacologica ed anche al freddo scatenando febbre e malessere. Del sequestro di persona rispondevano tutti gli imputati, ma il processo di primo grado ha stabilito che siano stati responsabili la Cassano, Degli Angeli e Filieri. Ancora, per l'avvocatessa ed il compagno è stata riconosciuta la contestazione di circonvenzione di incapace: avrebbero convinto la ragazza che l'amministratore di sostegno nominato dal giudice tutelare, l'avvocatessa Maria Grazia Iovino (lunga ed articolata la sua testimonainza in aula) , non fosse una figura all'altezza di curarsi di lei. Lo scopo sarebbe stato quello di farle chiedere la nomina della stessa avvocatessa Cassano.
L'imputata è stata invece assolta con Filieri dall'accusa di false informazioni al pubblico ministero, per avere indottrinato la ragazza a raccontare una verità di comodo sul trasferimento forzato dall'ospedale Fazzi. Infine la stessa non è stata riconosciuta colpevole di tentata estorsione nei confronti del padre della ragazza: ossia di averlo minacciato di “farlo finire in prigione” se non avesse provveduto a liquidare la parcella per l'assistenza offerta alla figlia.
Archiviazione
Da questo processo è nata un'inchiesta della Procura di Potenza, dopo la denuncia della Cassano e di Degli Angeli del pubblico ministero Micucci. Inchiesta intanto archiviata.
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