Lidi, il Consiglio di Stato dà ragione al Comune: no alle proroghe

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Il Consiglio di Stato si è espresso con sentenza sul caso delle concessioni balneari di Lecce. Sono stati accolti tutti i ricorsi del Comune di Lecce: le...

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Il Consiglio di Stato si è espresso con sentenza sul caso delle concessioni balneari di Lecce. Sono stati accolti tutti i ricorsi del Comune di Lecce: le concessioni balneari non sono prorogabili, il funzionario pubblico può legittimamente disapplicare la proroga al 2033. 

Le sentenze irrompono nel dibattito ancora in corso sul dl Concorrenza e i nuovi tentativi di alcune forze politiche di giungere a nuova proroga. Il Cds, invece, considerata la direttiva Bolkestein ribadisce la scadenza di tutte le concessioni al 2023. 

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La storia

13 concessionari leccesi nel 2020 avevano fatto ricorso al Tar Lecce, vincendo, contro la decisione del Comune di non prorogare al 2033 la scadenza delle concessioni balneari, offrendo una proroga tecnica al 2023 in attesa della riforma del settore e delle gare. 

Il Comune ha impugnato le sentenze del Tar Lecce di fronte al Cds e il sindaco Carlo Salvemini ha scritto al presidente Patroni Griffi chiedendo una pronuncia dell'adunanza plenaria del Consiglio di Stato. Che a novembre del 2021, con una sentenza storica, ha chiarito l'illegittimità delle proroghe al 2033, la piena prevalenza del diritto comunitario sulla legge nazionale, la possibilità legittima per i funzionari pubblici di disapplicare la legislazione nazionale che è in contrasto con le norme Ue. 

Oggi le sentenze di merito sul "caso Lecce". Accolte tutte le ragioni del Comune di Lecce - avvocati Silvestro Lazzari e Laura Astuto - e confermata la piena legittimità dell'operato dell'amministrazione salentina.

 

Il sindaco Salvemini

“Giunge al termine una vicenda che ci ha visti impegnati in questi anni a ribadire la piena legittimità dell’operato del Comune di Lecce a fronte della illegittimità del sistema delle proroghe automatiche delle concessioni demaniali – dichiara il sindaco Carlo Salvemini – una battaglia di principio condotta non contro i balneari ma per l’affermazione dell’interesse pubblico che sempre guida il nostro operato. Ringrazio gli avvocati Lazzari e Astuto che hanno rappresentato in maniera impeccabile il Comune in questa vicenda. I titoli concessori devono avere una scadenza perché le spiagge non sono proprietà privata e inamovibile, ma un bene comune scarso, che ha un valore importante per la comunità e che deve essere concesso attraverso procedure di evidenza aperte a tutti, anche ai numerosi outsider che vogliono misurarsi con il fare impresa balneare, sportiva, culturale o attività sociali destinate ai cittadini fragili sul demanio marittimo. E che fino ad oggi hanno visto le loro legittime aspettative negate dalla chiusura immotivata di un settore economico che invece può dare tanto allo sviluppo del Paese. Resta aperto il tema nazionale dell’equilibrio che occorre garantire tra spiaggia pubblica e spiaggia in concessione lungo tutto il litorale. Serve una legge sul demanio marittimo che garantisca la tutela ambientale, la cura e l’accessibilità delle spiagge per tutti, insieme alla valorizzazione delle potenzialità economiche di crescita che essere possono generare”.

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Quotidiano Di Puglia