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“Per il Comune di Casarano, tutto a posto. Il presidente (Pasquale Finocchio, ndr) disse ho parlato con il sindaco, tutto bene facciamo il rinnovo”. Era il 2017 e da Napoli in Puglia si parlava al telefono dei Comuni da “prendere” e delle colonnine d'olio da gestire. A Maglie, a Casarano. E poi del deposito di Carmiano. L'intervento, però, non sortiva l'effetto sperato. Per il Salento, il mediatore risulta essere l'imprenditore di Novoli, Giuseppe D'Elia che media tra i fiduciari del clan Moccia e le imprese locali. Volevano “prendere Lecce”.
Le intercettazioni
“Mo ti giro le fotografie con l'assessore di Lecce – dicono nelle intercettazioni – per il fatto di Lecce. Niente di meno ha detto (Guido Andrea, secondo gli investigatori), un'azienda seria. E poi ancora: “Niente di meno ci ha chiesto di fare i volantini”. “I volantini – aggiunge Mario Salierno – non è che gli ha detto comprami una macchina”.
Interviene Di Sarno, a cui viene dato un ruolo più vicino al clan napoletano: “Diglielo a questo assessore, che glieli facciamo noi i volantini”.
Infine sempre Di Sarno racconta: “La settimana scorsa mi sono incontrato con uno che è forte nella politica di Lecce, Lecce proprio! Un assessore, mi fa prendere tutta Lecce. Gli esercenti e le colonnine”.Secondo l'accusa Guido avrebbe ricevuto 2.500 euro in contanti. Mentre l'imprenditore D'Elia avrebbe avuto in regalo un Rolex e un paio di occhiali: “Giuseppe D'Elia – è detto nelle intercettazioni – che si è preso un Rolex, un paio di occhiali, cinquecento euro e non lo so poi quanto gli ha dato all'assessore”.
Salierno specifica come: “Ho tremila euro nel marsupio, devo portare i soldi all'assessore (Guido, secondo gli inquirenti) e i soldi a Giuseppe. Duemilacinquecento euro all'assessore, e cinquecento euro a Giuseppe”.
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Quotidiano Di Puglia