Laboratori analisi nel mirino del pm: sequestri a raffica

Laboratori analisi nel mirino del pm: sequestri a raffica
Blitz della Finanza ieri in diversi laboratori di analisi di Lecce e provincia. I militari del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza hanno dato seguito agli...

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Blitz della Finanza ieri in diversi laboratori di analisi di Lecce e provincia. I militari del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza hanno dato seguito agli accertamenti disposti dalla Procura nell’ambito di un’inchiesta che riguarda presunte irregolarità nella percezione di contributi pubblici. L’inchiesta è a un punto cruciale, tanto che ieri nelle varie sedi i militari hanno proceduto all’acquisizione e al sequestro di diversi documenti. Sulle ultime fasi di indagine c’è il più stretto riserbo.

Un riserbo giustificato dal fatto che tutto è ancora in divenire. Nelle carte firmate dal pubblico ministero Antonio Negro ci sono due ipotesi di reato: indebite percezioni ai danni dello stato e falsità ideologica in certificati commessi da persone esercenti un servizio di pubblica necessità. E diciotto indagati. Sedici di questi sono titolari di altrettanti laboratori di analisi nei confronti dei quali gli accertamenti fin qui condotti hanno portato a ipotizzare un primo coinvolgimento. Due sono invece dipendenti della Asl.
Al centro dell’inchiesta vi sarebbe la somma di due milioni di euro erogati dalla Asl e - secondo l’accusa - percepiti illecitamente. Riguardano le prestazioni specialistiche delle strutture convenzione. E il dubbio da sciogliere riguarda l’effettivo possesso dei requisiti dichiarati dalle strutture per garantire le prestazioni specialistiche ed ottenere così l’erogazione dei fondi pubblici. In altre parole, i rimborsi disposti dall’Azienda sanitaria locale. Nel corso delle indagini sono stati decine i laboratori di analisi cliniche controllati dai finanzieri. In almeno diciotto casi sarebbero emerse irregolarità. Una differenza sostanziale tra quanto messo nero su bianco e comunicato alla Asl per ottenere il budget, e quanto realmente esistente, in fatto di attrezzature e personale impiegato. Agli atti dell’inchiesta, finora, ci sono numerosi documenti (tra cui le autocertificazioni con cui i titolari dei laboratori avrebbero attestato di avere tutti i requisiti), testimonianze, verifiche incrociate.

Attraverso l’accreditamento delle strutture, la Asl garantisce una serie di prestazioni specialistiche come quelle riguardanti la biologia molecolare, l’immunologia, i test contro le intolleranze alimentari e le allergie, le analisi microbiologiche e tossicologiche. In base alla graduatoria stilata sulla scorta delle comunicazioni ricevute dai laboratori, sarebbero state poi concesse le erogazioni per un numero determinato di prestazioni specialistiche. Una procedura adottata dalla Asl di Lecce, e sull’intero territorio nazionale, per cercare di contenere le liste di attesa, a volte inadeguate rispetto all’urgenza di una patologia importante, degli ospedali e delle strutture pubbliche. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia