La ricetta di Salvemini per salvare Lupiae e Comune. ​«Noi abbiamo fatto tutto il possibile»/Video

«Sono stati giorni di silenzio per doveroso senso di responsabilità», necessari - ha dichiarato in conferenza stampa il sindaco Carlo Salvemini - quando si devo...

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«Sono stati giorni di silenzio per doveroso senso di responsabilità», necessari - ha dichiarato in conferenza stampa il sindaco Carlo Salvemini - quando si devo affrontare due crisi importanti. Quella della Lupiae e quella del Comune. 

Giorni trascorsi a trovare delle soluzioni, per entrambi i casi, per scongiurare il rischio dissesto per il Comune. Giorno in cui la sua amministrazione  e lui stesso sono stati attaccati da chi lo voleva far passare come il liquidatore della partecipata e colui che a tutti i costi avrebbe portato al declino Palazzo Carafa.
Numeri alla mano Salvemini ha dato le sue risposte alla città ai cittadini, alla politica non senza togliersi qualche sassolino dalla scarpa. 

Il caso Lupiae: «Le somme ci sono - ha detto il sindaco - attraverso una variazione di Bilancio stanziamo le somme necessarie per salvare la società e i sui dipednenti. E garantire la copertura della perdita di esercizio per la riscostituzione del capitale sociale. Decisione politica indispensabile e fondamentale per eviatare il fallimento». Nel Bilancio previsionale del 2018 l'amministrazione aveva accantonato in maniera prudenziale 750mila euro per far fronte a eventuali rischi di riapino. La crifra mancante, di oltre 600mila euro, è stata recuperata attraverso «sacrifici diffusi» rinunciando come giunta alle indennità di ottobre e novemnbre per 74mila euro, stessa rinuncia da parte dei consiglieri per 88mila euro; i dirigenti non riceveranno indennità di risultato per 150mila euro e prelevato 50mila euro dal capitolo alle spese rappresentanta istituzionale e il resto dal fondo di riserva.

"Questo però - annuncia Salvemini - sarà un intervento straordinario, unico e non ripetile. Dunque sono false e infamanti le accuse di chi mi ha definito liquidatore, nemico dei lavoratori e contrario agli amministratori della Lupiae".
Ma la Lupiae per salvarsi ha necessità di un piano di risanamento. Passando anche da un advisor di primo livello. E a scadenza del Cda la previsione è di un amministratore unico.

Il Comune:  Quantificato il buco in 30 milioni, la giunta ha individuato tre possibili strade per ripianare i conti: si va da un minimo di un anno ad un massimo di 30 anni. Le alternative sul tavolo, si diceva, sono tre: la via “ordinaria” (regolamentata dagli articoli n. 188 e 193 del d.lgs. 267/2000, e dall’art.4 del Dm 2/4/2015) che prevede un piano di rientro dal deficit in uno o al massimo in tre anni; la “procedura di riequilibrio pluriennale” in un periodo massimo di 15 anni (previsto dagli art. 243 bis e seguenti del D.lgs. 267/2000); l’eventuale strumento straordinario al decreto “milleproroghe” in corso di conversione in Parlamento basato su un emendamento che consente ai comuni che hanno già approvato nel 2015 un piano di riequilibro trentennale, di poter ripianare l’eventuale incremento del disavanzo nel frattempo maturato in un periodo massimo di 26 anni.

Per questo si deve attendere il passaggio in parlamento. Se dovesse passare entro il 24 settembre, la proposta sarà portata in consiglio il 30 settembre. 

La politica: «Ho visto un ex sindaco agitatissimo in questi giorni, impegnato a rilasciare interviste, a presisiare uffici finanziari del Comune, a incalzare domande ai funzionari,  a telefonare al presidente Emiliano e all'onorevole Boccia cercando di convoncerli che io non voglio il bene della città. Quando un sindaco amministratore di vent'anni per parlare di un tema di interesse pubblico convoca i giornalisti nell'albergo di proprietà e si presenta in splendida solitudine politica senza avere a fianco alcuno consigliere comunale, provinciale, un deputato, è evidente che non è il futuro della città a preoccuparlo. Mi ha chiesto di incontrarci e l'ho invitato a venire a Palazzo Carafa, luogo in cui io incontro tutti i cittadini e non in sedi riservate come da lui richiesto», ha proseguito Salvemini.


Il piano c'è, dunque e oggi la palla passa al consiglio comunale. «Le proposte noi le porteremo in Aula, chi intende  sostenerle le voterà Chi non è d'accordo si asterrà. Noi abbiamo fatto tutto il possibile».  Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia