Neviano verso lo scioglimento per infiltrazioni mafiose: la proposta della Commissione prefettizia, depositate le conclusioni

«Sciogliete il Comune per mafia», la commissione nominata dalla Prefettura ha depositato le prime conclusioni. Ha chiuso i lavori con l'indicazione...

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«Sciogliete il Comune per mafia», la commissione nominata dalla Prefettura ha depositato le prime conclusioni. Ha chiuso i lavori con l'indicazione della sussistenza dei presupposti per lo scioglimento del consiglio comunale di Neviano, la commissione di accesso agli atti amministrativi insediatasi il 21 febbraio scorso dopo il blitz che aveva visto finire agli arresti domiciliari l'allora assessore comunale alla Cultura, ed ex sindaco, Antonio Megha, 61 anni, avvocato, con l'accusa di scambio-elettorale politico-mafioso in concorso con il boss di Noha, Michele Coluccia, e con l'uomo indicato come il suo facente funzione, Nicola Giangreco. Con l'aggravante dell'agevolazione mafiosa.


A questa conclusione è giunta la commissione formata dalla viceprefetta Guendalina Federico; dalla capitana dei carabinieri, Beatrice Camassa; dal funzionario economico-finanziario della prefettura, Vincenzo Calignano; dal primo dirigente della polizia di Stato, Marta De Bellis, dal vicequestore della Dia, Veronica Bevilacqua; e dal tenente della Guardia di finanza, Francesco Saponaro. La commissione inviata dalla prefetta Maria Rosa Trio, dopo l'avallo ricevuto dalla ministra dell'Interno, Luciana Lamorgese, per accertare se vi fossero collegamenti diretti o indiretti, ed anche forme di condizionamento degli amministratori da parte della criminalità organizzata.


Ora quella relazione è sul tavolo della prefetta per essere analizzata, approfondita e riscontrata per poi trarne ulteriori conclusioni. La rappresentante del Governo potrà condividerla oppure avere un orientamento diverso diverse, dovrà ad ogni modo inoltrare la proposta alla ministra dell'Interno. In questi passaggi atti a garantire le valutazioni di diversi organi dello Stato sulla sussistenza o meno delle condizioni per sciogliere il Consiglio comunale di Neviano eletto a dicembre del 2020, l'ultima parola spetterà al presidente della Repubblica nel valutare l'indicazione che arriverà dalla Lamorgese. Dunque, nessuna certezza sul pericolo di condizionamento mafioso dell'amministrazione comunale di Neviano fino all'emissione del decreto presidenziale e fino all'ultimo grado di impugnazione della giustizia amministrativa.


Tre mesi sono stati sufficienti alla commissione d'accesso per analizzare l'attività dell'amministrazione guidata dalla sindaca Fiorella Mastria. A creare le condizioni per avviare questa verifica è stata l'inchiesta condotta dal pubblico ministero della Direzione distrettuale della Procura di Lecce, Carmen Ruggiero, con i carabinieri del Nucleo investigativo, su quella che è stata indicata l'evoluzione del clan Coluccia di Noha. Messi da parte i dissidi fra i fratelli Antonio, Luigi Otello e Michele, avrebbero guardato all'evoluzione in stile Cosa Nostra del loro gruppo criminale: al bando azioni violente perché non fanno altro che scatenare la forza disarticolante della Procura e delle forze dell'ordine. Profilo bassa e infiltrazioni nell'economia e nella politica.


L'ex sindaco Megha - dice questo l'accusa ribadita anche dal Tribunale del Riesame - avrebbe stretto un patto con il clan per garantirsi 50 voti alle ultime consultazioni, in cambio di 3.000 euro in contanti, la messa a disposizione dell'apparato di Palazzo di Città e delle sue conoscenze in Calabria. Nell'ordinanza di custodia cautelare a firma del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Lecce, e trasmessa alla Prefettura, ci sono inoltre ampi passaggi ed intercettazioni riguardante la ex sindaca Rosanna Cafaro, la madre di Fiorella Mastria; e l'ex vicesindaco Raffaele Birtele.
E.M.
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Quotidiano Di Puglia