La Diocesi schiera le associazioni: "No alle trivelle"

Trivelle
LECCE - Il fronte si allarga: un altro tassello della mobilitazione nel Salento contro le trivelle. Questa volta tocca alla Consulta diocesana delle aggregazioni laicali della...

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LECCE - Il fronte si allarga: un altro tassello della mobilitazione nel Salento contro le trivelle. Questa volta tocca alla Consulta diocesana delle aggregazioni laicali della diocesi di Ugento – S.Maria di Leuca che scende in campo a favore del referendum per l’abrogazione delle norme giuridiche che consentono il funzionamento delle trivelle già attive fino all’esaurimento dei relativi giacimenti ed invita a votare si per raggiungere il quorum necessario.


«La Consulta già si era espressa - scrive il delegato vescovile Antonio Manco - sull’importanza della salvaguardia e della tutela dell’ambiente, con una lettera aperta del 2 dicembre 2014 inviata al ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti a firma dell’allora delegato vescovile, don Flavio Ferraro, del presidente Enea Scarlino e dal presidente della Provincia, Antonio Gabellone». Con in calce le firme dei sindaci di Acquarica del Capo, Alessano, Castrignano del Capo, Corsano, Gagliano del Capo, Miggiano, Montesano Salentino, Morciano di Leuca, Patù, Presicce, Ruffano, Salve, Specchia, Supersano, Taurisano, Tiggiano, Tricase, Ugento.
«La partecipazione ad una consultazione referendaria, così come ad ogni altra forma di diritto civile o politico- ha proseguito Manco - deve essere esercitata comunque in quanto espressione della volontà personale di decidere senza delegare ad altri questo compito, o questa responsabilità. L’argomento oggetto del prossimo referendum, al di là di quelli che possono essere gli schieramenti di parte, è di interesse comune e niente o nessuno può impedire ai cittadini di esprimere il proprio parere. “La salvaguardia dell’ambiente (…) è un tema così delicato che dovrebbe essere trattato indipendentemente dagli interessi di parte».
Il documento indica poi tre rischi di impatto sul territorio. Il primo è quello ambientale ed è «derivante dal rischio del malfunzionamento degli impianti o dalle tecniche usate per la prospezione del mare». C’è poi il rischi «paesaggistico con la presenza di tanti impianti che deturpano il paesaggio». Il terzo è il rischio «turistico che per i nostri territori rappresenta più che una possibilità di sviluppo economico». Da qui le richieste finali. «Desideriamo sperare - scrivono dall diocesi di Ugento - che ogni persona esprima il proprio parere in questa consultazione referendaria e che tutti i nostri governanti sappiano fare sempre le scelte più giuste per tutelare l’ambiente e il benessere di tutti i cittadini».

Una mobilitazione che, ieri, ha fatto tappa anche a Lecce: un flash, in piazza Sant’Oronzo, organizzato dall’associazione “Ruotando” che ha coinvolto decine di leccesi. Soprattutto giovani. E c’era anche l’assessore comunale Andrea Guido. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia