«La situazione è decisamente preoccupante». Non usa mezzi termini il prefetto Claudio Palomba. Parabita sarà “attenzionata speciale” della prefettura, lo dice a chiare...
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Prefetto a che tipo di segnali si riferisce?
«Ho letto con attenzione l’ordinanza del gip Maritati. E nell’immediato agirò secondo i poteri conferitimi dalla Legge Severino (si va infatti predisponendo la sospensione cautelare del vicesindaco Provenzano dal suo incarico ndr) ed è ancora prematuro pensare a compiere passi diversi. A un primo impatto, però, certamente non siamo davanti a un bel quadro. Era mia intenzione avviare verifiche su alcuni Comuni, ma dopo quanto emerso, mi concentrerò in modo particolare su Parabita. Questa situazione andrà valutata con estrema attenzione. Voglio capire meglio se si tratta di ipotesi circoscritte ai singoli amministratori, com’è già avvenuto in altri casi, o se invece la “permeabilità” alle infiltrazioni è più estesa».
Quando parla di “altri casi” si riferisce a Squinzano? Anche lì magistratura e forze dell’ordine indagano sulla presunta contiguità di una parte del mondo politico alla criminalità organizzata. Lei ha chiesto al Viminale la sospensione dell’allora presidente del Consiglio comunale, Fernanda Metrangolo.
«Sì, mi riferisco a Squinzano. In quel caso è stata fatta un’analisi estremamente attenta e, presto, avremo il risultato definitivo. Anche per Parabita lo scenario che abbiamo davanti racconta di contiguità fra amministratori ed esponenti della Sacra Corona Unita. Mi auguro si tratti di casi isolati, ma di certo sconcertano le dichiarazioni raccolte durante le attività investigative e che fanno intuire la maggiore vicinanza al territorio di queste organizzazioni criminali rispetto allo Stato».
Nessuno sembra voler bussare alla porta delle caserme dei carabinieri e troppi, invece, chiedono aiuto ai clan malavitosi. Pensa ci siano margini di intervento e recupero di un tessuto sociale fortemente compromesso, com’è quello tratteggiato nell’ordinanza del gip Maritati?
«I margini ci sono, perché altrimenti non starei più seduto al mio posto. Ma su questo vorrei rivolgere una vera e propria invocazione a commercianti e imprenditori, perché ci aiutino. Sappiano che non conviene a nessuno che gli affari e l’economia finiscano nelle mani della criminalità organizzata. Lo Stato c’è, ma ha anche bisogno che ciascuno faccia la sua parte. Voglio avviare una serie di attività di prevenzione coinvolgendo tutte le amministrazioni locali. E faremo attenzione a chi presterà più o meno collaborazione. Se ci sono mele marce, dobbiamo colpirle e dobbiamo farlo tutti quanti. Saremo inflessibili».
Gallipoli, Vernole, Melendugno, Lizzanello, Merine, Lecce, Campi, Squinzano: esiste una mappa del crimine organizzato nel Salento che racconti come si evolve la Scu e quali sono gli “obiettivi” e i territori sensibili?
«Esiste un progetto, intitolato “Macro”, ideato dal ministero dell’Interno. La mappatura c’è, ma è mia intenzione aggiornarla per avere un quadro chiaro di come le cose stiano cambiando. L’area nord della provincia desta sicuramente più allarme e preoccupazione perché i clan sono più radicati e ritengo più vicini a qualche amministratore, come hanno dimostrato gli ultimi fatti. Ma i segnali di presenza della Scu si stanno diversificando e in questo particolare momento è necessario tenere la guardia alta e drizzare le antenne ovunque, nel Salento». Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia