Il problema è ciclico, ma ora la situazione rischia di esplodere. Un dato: il 99 per cento degli immobili di edilizia popolare sono interessati da fenomeni di...
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E’ su di loro che, infatti, pesa maggiormente la gravità di una situazione che – sostengono – è determinata da ben altre cause. Nel mirino: l’Arca (ex Iacp) e l’Acquedotto pugliese. A quest’ultimo è contestata «la grave disparità di trattamento nell’interruzione del servizio di fornitura idrica che avviene senza criteri ben precisi». All’ex Iacp è contestata l’anarchia che da quattro anni regna sovrana. «Una serie di disposizioni sono ritenute discriminanti in ordine alle modalità di rientro del debito maturato, variando senza parametri fissi». E c’è dell’altro. «Nonostante le numerosissime richieste di rimborso – denunciano - non sono stati effettuati pagamenti e, parallelamente, sono esplose le passività, causando l’impossibilità ad erogare i servizi minimi agli assegnatari».
Il problema tocca non solo Lecce, ma riguarda tutta la Puglia. Anaci e Anaip invitano, perciò, il presidente regionale, Michele Emiliano, gli assessori, Anna Maria Curcuruto e Salvatore Negro, l’amministratore unico, a «convocare un tavolo di confronto con le Arca e l’Aqp».
Anche il consigliere comunale Pd, Antonio Rotundo, sollecita la convocazione di un apposito tavolo con Regione, Comuni Aqp, Arca – «che si ponga l'obiettivo di una soluzione della complicata problematica non con provvedimenti improvvisati, ma con iniziative che vadano al cuore del problema evitando l'intollerabile politica dello scaricabarile».
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Quotidiano Di Puglia