Inchiesta giustizia e favori: i pm chiedono il processo per Errede e altri sette

Inchiesta giustizia e favori: i pm chiedono il processo per Errede e altri sette
Solo in parte ridimensionato il pacchetto di accuse che la procura contesta a due magistrati, due avvocati e quattro commercialisti, coinvolti nella maxi inchiesta su presunti...

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Solo in parte ridimensionato il pacchetto di accuse che la procura contesta a due magistrati, due avvocati e quattro commercialisti, coinvolti nella maxi inchiesta su presunti favori al Tribunale civile di Lecce in ambito di procedure giudiziarie. 

La Procura di Potenza ha chiesto il rinvio a giudizio in tutto per 8 imputati, due in meno rispetto all’avviso di conclusione delle indagini preliminari: si tratta dei giudici Pietro Errede e Alessandro Silvestrini, degli avvocati Alberto Russi e Antonio Casilli e dei commercialisti Marcello Paglialunga, Emanuele Liaci, Giuseppe Evangelista e Massimo Bellantone, coinvolti a vario titolo nell’inchiesta sul “giro” di consulenze e di presunti vantaggi. L’udienza preliminare è fissata per il 16 aprile prossimo dinanzi al gup Marianna Zampoli. Unica persona offesa individuata, il ministero della Giustizia.

I dettagli

A quanto emerge, ad essere stato stralciato e probabilmente oggetto di richiesta di archiviazione un capo d’accusa riferito a Silvestrini, a un ex funzionario della regione e a un imprenditore, relativo a un’asta giudiziaria che secondo l’accusa originaria era stato manipolato in cambio di una regalia, in particolare una ricciola. Nessuna contestazione in merito. Le indagini sono state condotte dai militari del nucleo di polizia economico finanziaria del comando provinciale della guardia di finanza di Lecce, coordinati dal procuratore di potenza, Francesco Curcio,e dai sostituti Maurizio Cardea, Vincenzo Montemurro e Anna Piccininni. 

Tutti gli imputati sono liberi: in 5 erano stati sottoposti ai domiciliari nel maggio scorso. Oltre a Errede e al compagno Alberto Russi, anche Bellantone, Paglialunga e Liaci. 
Sono ipotizzati a vario titolo reati di tentata concussione, corruzione in atti giudiziari, turbativa d’asta e un tentativo di estorsione in danno dell’ex sindaco di Carmiano, Giancarlo Mazzotta, per un Rolex Daytona di 20mila euro. 
Nell’inchiesta si è parlato, in buona sostanza, di incarichi in qualche modo “pilotati” e di una serie di regalie giunte al giudice Errede per il tramite dei consulenti. Un “sistema” fatto di contatti e amicizie e che è stato anche oggetto di intercettazioni telefoniche e ambientali. Il focus investigativo nasce da un esposto presentato in Procura, a Lecce, da Saverio Congedo ed Emanuele Macrì, in qualità di professionisti nominati quali amministratori giudiziari nell’ambito di una procedura. Poi la notizia di reato è stata trasmessa a Potenza.

Da qui gli ulteriori approfondimenti: sarebbero state date a Errede informazioni privilegiate su un’asta giudiziaria, oltre a una serie di elargizioni. Silvestrini, invece, risponde di un episodio di presunta corruzione in atti giudiziari, concorso con Bellantone, che gli avrebbe garantito secondo le tesi accusatore una sponsorizzazione al Csm per la nomina a presidente del Tribunale a cui ha poi rinunciato, in favore di Roberto Tanisi. 


Per Silvestrini era stato chiesto l’arresto, ma non fu concesso dal gip, con conferma del Riesame che aveva respinto i ricorsi della Procura dichiarandoli inammissibili. In fase cautelare c’è stato annullamento senza rinvio anche su una ipotesi di corruzione relativa al Rolex Daytona. Le difese sono sostenute dagli avvocati: Michele Laforgia e Donatello Cimadonmo; Roberto Rella; Amilcare Tana, Luigi Covella; Francesco Vergine; Enrico Chirivì; Maria Luigi Vetere e Alberto Egidio Gatto; Luigi Suez.  Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia