In piazza contro il razzismo: musica e spettacoli

Piazza Sant'Oronzo colorata e contro il razzismo per la Giornata Internazionale contro le discriminazioni razziali organizzata da Arci Lecce, insieme a LINK Lecce -...

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Piazza Sant'Oronzo colorata e contro il razzismo per la Giornata Internazionale contro le discriminazioni razziali organizzata da Arci Lecce, insieme a LINK Lecce - Coordinamento Universitario, all’associazione Associazione Antigone, LeA- Liberamente e Apertamente, Arci Gay, Caritas Diocesana, Cooperativa Rinascita e Agedo Lecce.

Istituita dalle Nazioni Unite nel 1966, questa giornata è dedicata al contrasto di azioni, comportamenti, provvedimenti e decreti discriminatori nei confronti del diverso.
Quest'anno però  la giornata contro le discriminazioni razziali diventa in Italia un momento di mobilitazione contro il Decreto Legge Minniti-Orlando e il Decreto ‘Sicurezza’, entrati recentemente in vigore ed in fase di conversione in Parlamento. Due provvedimento che rappresentano un passo indietro sul piano dei diritti e della civiltà giuridica del nostro Paese. Due provvedimenti con i quali si pretende di lanciare un segnale “securitario” all’opinione pubblica attraverso la decretazione d’urgenza per giungere a una riduzione drastica – e a nostro parere illegittima – dei diritti dei migranti. Ciò senza preoccuparsi di coinvolgere il mondo dell’associazionismo e degli operatori dell’accoglienza in un dibattito ampio per rivedere la normativa esistente, correggerne gli errori e garantire al paese un sistema che funziona.

I decreti si limitano a cambiar nome ai Cie (Centri di identificazione ed espulsione) trasformandoli in “Centri permanenti per il rimpatrio”; istituiscono un'unica procedura per le espulsioni, valida tanto per chi proviene da percorsi di criminalità quanto per il lavoratore straniero semplicemente privo di permesso di soggiorno; viene annullato il secondo grado nella procedura di richiesta d’asilo e anche nel primo grado viene annullato il contraddittorio, ledendo il diritto alla difesa garantito costituzionalmente e precludendo al giudice la valutazione della persona del ricorrente e del suo eventuale percorso di inclusione sociale ai fini del rilascio del permesso di soggiorno per motivi umanitari. 

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Quotidiano Di Puglia