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Ha ottenuto gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico Giuseppe Muia, l’infermiere 60enne in servizio all’ospedale “San Giuseppe da Copertino” finito in carcere quando i carabinieri hanno trovato nella sua casa una pistola con matricola abrasa e una decina di cartucce.
Il giudice Cinzia Vergine non ha ritenuto verosimile il racconto fatto dall'uomo, secondo cui quella pistola gli era stata data una decina di anni fa da un amico di Tirana, che l'avrebbe spacciata per una scacciacani e che poi non l'avrebbe mai più chiesta indietro.
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Nei guai è finita anche una collega 48enne, anche lei incensurata e in servizio nello stesso nosocomio: nelle case dei due e nei loro armadietti personali in ospedale sono state trovate anche ricette mediche in bianco, alcuni timbri e farmaci ospedalieri.
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