Il Salento del turismo "snobba" le guide. Tutte in fuga a Taranto

Turisti stranieri in piazza Sant'Oronzo
Le riviste specializzate fanno a gara per affascinare i lettori con il racconto di suggestivi viaggi tra chiese e masserie, i voli traboccano di turisti stranieri affamati di...

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Le riviste specializzate fanno a gara per affascinare i lettori con il racconto di suggestivi viaggi tra chiese e masserie, i voli traboccano di turisti stranieri affamati di storia, non c’è consesso in cui non si senta parlare di “economia della bellezza” come carta vincente del Salento. Eppure, la possibilità di lavorare grazie al patrimonio artistico del territorio, da ormai quattro anni è un miraggio per un piccolo popolo di aspiranti guide turistiche, condannato all’attesa di un esame di abilitazione previsto da una legge regionale, ma che a Lecce non si è mai fatto. Ora, per loro, si apre lo spiraglio di un concorso indetto dalla “dirimpettaia” Taranto. E in centinaia si preparano a tentare la “via jonica”.

 
La questione è iniziata con l’approvazione della legge regionale 13 del maggio 2012 sulle attività professionali turistiche, che ha stabilito l’obbligo di sostenere un esame di abilitazione per chi voglia svolgere le attività di guida e di accompagnatore turistico, pena multe e sanzioni. Secondo la legge spetterebbe alle Province promuovere tale esame, ma ci si è messa di mezzo la riforma Delrio che ha svuotato buona parte delle competenze degli Enti. Il turismo è finito in questo calderone. Una nuova legge regionale a ottobre 2015 ha ufficializzato il passaggio della funzione alla Regione, ma demandando comunque a un Osservatorio regionale la facoltà di attribuire alcune funzioni non fondamentali a Province e Comuni. La questione è stata chiarita solo pochi giorni fa, il 15 febbraio, dall’assessore all'Industria turistica Loredana Capone. In risposta a un’interrogazione dei consiglieri pentastellati Marco Galante e Gianluca Bozzetti, la Capone ha dichiarato che l’orientamento della Regione è quello di riservarsi la competenza dell’esame, anticipando che sarà convocato il tavolo dell'Osservatorio al più presto.
Intanto, però, sul sito della Provincia di Taranto è spuntato l'avviso del concorso promosso dall’Ente. Una notizia che ha portato scompiglio, ma anche uno spiraglio di luce, tra le aspiranti guide salentine, in attesa dell’esame da quattro anni. La normativa in materia, infatti, non pone limitazioni, per cui anche un leccese – o un milanese, o un romano – potrà partecipare all'esame tarantino. E in molti, moltissimi, lo faranno.
«Non possiamo rischiare di perdere quest'occasione in attesa della Regione – dichiara Aurora Mastore, fondatrice del gruppo Facebook “Esame guide e accompagnatori turistici Puglia”, che ad oggi conta oltre mille iscritti – la maggior parte di noi ha già seguito dei corsi di preparazione, promossi da Confcommercio o da enti di formazione privati, spendendo in media 400 euro. E poi, non vogliamo lasciar trascorrere un'altra estate senza mettere a frutto le nostre competenze».
Per aggirare l'ostacolo, circa un anno fa un coraggioso gruppetto era partito dal Salento in direzione Valle D'Aosta, dove aveva sostenuto e superato l'esame. Ma non era stata una strada semplice da percorrere. «I contenuti delle domande sono in buona parte incentrati sulle specificità del territorio, per cui noi preferiamo studiare in Puglia, dove andremo a lavorare – spiega Aurora Mastore – del resto, chi si abilita fuori non è inserito negli elenchi di Pugliapromozione, per cui diviene più difficile farsi conoscere».

In queste ore, tra le aspiranti guide non si parla d'altro. Il termine ultimo per iscriversi è fissato al 30 marzo. L'esame consiste in due prove, una scritta e una orale, con domande che spaziano dalla storia dell'arte alla tecnica professionale. «Ma resta un'incognita importante – aggiunge Mastore – il bando precisa che l’esame si farà solo se verrà raggiunto un budget sufficiente con le iscrizioni. Speriamo che questa volta vada bene». Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia