«È una giornata particolare, siamo pieni di gioia. Forse non stiamo capendo appieno quello che sta succedendo, ma è una cosa bellissima». Si commuovono i...
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I familiari di don Tonino si dicono pronti dunque ad abbracciare Papa Francesco: «Sapere della visita del Santo Padre, una persona così attenta ai rifugiati e che si è tanto speso e per l’accoglienza, è motivo di grande gioia», dice Stefano Bello, «ascolteremo le sue parole e speriamo che arrivino in cielo fino a zio Tonino. Sono due persone molto simili, molto uguali nella loro azione». Sono tanti gli episodi che percorrono la memoria di Stefano: «L’ho vissuto bene, è lo zio che tutti vorrebbero avere. Ti concedeva di tutto. A 14 anni mi ha istruito a guidare la macchina, la mitica Ritmo blu, a 4 anni mi ha insegnato a nuotare nel mare di Santa Maria di Leuca. Prima mi portava sulle spalle, poi un giorno quando ha ritenuto che io fossi pronto per affrontare il mare con uno scatto di reni si è liberato della sua presenza e mi ha lasciato da solo in mare. A quel punto, ho cominciato ad esultare contentissimo. E poi quelle gare di nuoto con lo zio, vinceva sempre lui… Riguardo al latino, una cosa mi colpiva ogni volta: nonostante mio padre gli chiedeva di insegnarmelo, lui finiva sempre per dettarmi a libro aperto e senza vocabolario la traduzione delle versioni. Poi però a scuola l’insegnante si accorgeva subito della mano dello zio». Durante il decennio molfettese, don Tonino ebbe una grande visibilità e, racconta sempre Stefano, «ebbe modo di mettere a frutto quelle che erano le sue azioni e le idee maturate nel tempo. Veniva a trovarci ad Alessano una volta ogni una-due settimane insieme a 4-5 sacerdoti». Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia