Assolto dall'accusa di aver cercato di condizionare quattro bandi del concorso di professore associato dell'Università del Salento, attraverso le mail inviate la...
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Il giudice per l'udienza preliminare Carlo Cazzella ha dunque accolto le richieste degli avvocati difensori Viola Messa e Michele Laforgia, basate anche sui cointenuti del memoriale depositato in Procura dall'ex rettore e sui contenuti del memoriale depositato nel corso delle indagini preliminari.
Respinta la richiesta del pubblico ministero, Paola Guglielmi, di condannare l'imputato ad un anno di reclusione.
Il processo ha vagliato le accuse dell'inchiesta nata dall'esposto del rettore Zara (non si è costituito parte civile) e
condotta dal procuratore capo Cataldo Motta (andato in pensione a fine anno) con il sostituto Guglielmi
e con la polizia della Procura.
Nell'udienza del 12 ottobre il professore Laforgia depositò un curriculum vitae di 50 pagine, inoltre fece dichiarazioni spontanee per fare presente che tutti i tre candidati ai concorsi fossero stati suoi allievi: Antonio Paolo Carlucci, Teresa Donateo (vincitrice poi del concorso) e Pietro Marco Congedo.
E sostenne anche di essere stato relatore della tesi di laurea proprio di Congedo, cioè del candidato
definito dall'inchiesta come la persona che avrebbe subito "un danno ingiusto" dai suoi tentativi di condizionare il rettore Zara per farlo desistere dal verificare la legittimità del bando. Infine aggiunse di essersi astenuto dal far parte della commissione che delineò il bando e che la decisione non fu mai impugnata.
Questo il contenuto delle due mail inviate dal profesore Laforgia: "Qualunque ingerenza su concorsi aperti può configurarsi come turbativa di concorso, che è un reato penale, e qualsiasi azione intrapresa che danneggi i concorrenti potrebbe essere denunciata come abuso di ufficio». Ed ancora: «Consiglio di non fare alcuna azione pericolosa per l'Amministrazione e di attendere sempre che, chi denunci, vada avanti a un
Tar dove deve dimostrare l'interesse specifico». Nella seconda mail Laforgia aggiunse: «Evita di ricevere candidati (potenziali) a procedure concorsuali interne, chiunque Ti chieda di incontrarli perché sono portatori di
interessi personali».
Tre mesi per il deposito della sentenza che racconterà un altro capitolo dei veleni e delle vicende giudiziarie dell'Università del Salento. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia