Gianfranco Fumarola non ha esitato nemmeno mezzo istante nell'inferno del Raganello: il 43enne originario di Cisternino avrebbe fatto scudo con il proprio corpo ai due figli...
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Fumarola era nato a Martina Franca, ma viveva da sempre a Cisternino. La moglie insegna in una scuola elementare e proprio lei, calabrese, aveva trasmesso al marito l'amore per quei luoghi incantevoli e incontaminati: andavano spesso in vacanza in Calabria. «Gianfranco era molto legato alla famiglia e sapevo che avrebbe dato la vita per i suoi figli, come e più di qualunque altro papà», racconta Mario Saponaro, cistranese e suo amico da più di 20 anni. «Era un ragazzo che amava la natura e tutti gli sport fisici, l'ultima volta l'ho visto qualche giorno fa a Cisternino dove ogni giorno correva come un treno, sempre con le sue cuffiette. Dopo questa notizia manca il fiato». Maresciallo della Guardia di Finanza e assessore al Turismo nella cittadina della Valle d'Itria, Saponaro conosce Gianfranco «da quando facevamo entrambi i camerieri nelle sale ricevimento: era un grande lavoratore e metteva sempre l'anima nelle cose che faceva». «Era molto critico - aggiunge - e quando a Cisternino qualcosa non funzionava, mi telefonava e si arrabbiava molto anche con me, nonostante la nostra grande amicizia». A Cisternino aveva «comprato una bella casa che gli è costata tanta fatica, ma lui trovava sempre il lato positivo nelle cose». La sua famiglia, adesso, è «molto turbata»: «Chi se lo sarebbe mai aspettato, vai a fare una vacanza e poi...».
Pierfranco e Giuseppe, i due figli, sarebbero stati trovati dai soccorritori afferrati a rocce e rami, messi in salvo dal papà-eroe. Gianfranco è riuscito a portare i ragazzi nei pressi di un albero lungo il torrente e ha atteso che i vigili del fuoco calassero le funi per l'imbracatura: uno sforzo disumano, sotto l'aspetto fisico e psicologico.
L'intera comunità cistranese è sotto choc e si stringe già attorno a mamma Luigia e papà Ciccio, genitori di Gianfranco. Entrambi - racconta sempre Saponaro - «contadini e anziani». Commosso il sindaco Luca Convertini: «È una tragedia: una famiglia che era andata in vacanza e che poi da un momento all'altro si è trovata a passare dalla gioia alla sofferenza». «Ho già scritto al sindaco di Civita ma poi capiremo da chi era presente come sono andate le cose. In ogni caso oggi per la mia comunità è un giorno particolarmente triste. Speriamo che non ne accadano più perché di tristezze in Italia in questo periodo ne stiamo vivendo abbastanza e tutte collegate, probabilmente, a un unico elemento: la mancanza di prevenzione in tutti i settori. Se avessimo maggiore cultura della prevenzione questi eventi verrebbero meno». Scriverà poi su Facebook il primo cittadino: «Oggi è per Cisternino un giorno di dolore. Si percepisce dalla ricostruzione dei fatti il coraggio di un padre per i propri figli, un fulgido esempio di solidarietà e sacrificio estremo. Il pensiero dell'intera nostra città è per la moglie e i figli privati di una guida fondamentale. Commossi attendiamo il rientro a casa del Nostro Gianfranco».
Fumarola lascia tanti amici e colleghi a Taranto: lavorava al carcere del capoluogo jonico da molti anni, apprezzato e rispettato, «un lavoratore esemplare» è il ricordo corale. Alcuni colleghi, poche ore dopo la tragedia, si sono catapultati sul Pollino, per l'ultimo saluto a Gianfranco e per cingere in un abbraccio la famiglia.
Re.Att.
(ha collaborato
Vittorio Zizzi) Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia