Il Teatro Comunale di Novoli al centro di polemiche. A far salire il termometro del confronto, sui social network più che nelle piazze del Comune, è la delibera...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Ad innescare i primi malumori è stato proprio l’annuncio del sindaco sui social network. «Motivo di orgoglio per una comunità - ha scritto Greco - è valorizzare quanto di buono la stessa produce, o è stata in grado di produrre. Spesso si sottovaluta il valore dei personaggi locali ed in molti casi non li si gratifica. Per questo motivo abbiamo deciso di invertire la rotta, approvando una delibera per intitolare il nostro Teatro comunale al professore Mario Teni, grande commediografo novolese». Da qui i commenti, molti favorevoli altri contrari, fino a prese di posizione ufficiali.
«Il Teatro Comunale ha già il suo nome e cognome - scrive Dino Levante giornalista, socio della Società di storia patria per la Puglia, fondatore e direttore della Bibliotheca Minima di Novoli - così come lo vollero i nostri antenati. Forse, anzi certamente, più lungimiranti degli attuali amministratori. Il Comunale infatti è stato costruito con i soldi dei contribuenti, e nella scelta del suo nome andò a fare compagnia a quelli di città ben più famose, basti ricordare il “Teatro Comunale” di Firenze e quelli di Bologna, Vicenza, Ferrara, Modena, Treviso, Caserta, e ancora quelli di Mesagne e Nardò». Da qui l'attacco di Levante: «Cambiando il nome del “Teatro Comunale”, non crediamo si faccia un atto di giustizia culturale e storica, né una bella mossa dal punto di vista del consenso politico. Non vogliamo pensare che questa Giunta cambi il nome a favore di chiunque (qui non si fa una questione personale, ma di metodo) e alla fine del suo mandato il nuovo primo cittadino lo cambi di nuovo, proponendone un altro. Morto 31 anni fa fu candidato al Premio Nobel per la Letteratura nel 1975 e poi venne nominato Senatore. Ci riferiamo al grande Eduardo De Filippo al quale nessuno ancora ha intitolato un vero e proprio teatro. Si lasci tutto com’è - termina Levante - e cali qui il sipario sulla scena. È meglio per tutti».
Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia