«Ti aspettiamo». È la chiusa di una lettera firmata da alcuni dirigenti dell'Asl Lecce. Il destinatario è il direttore generale dell'Asl Lecce,...
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Le parole sono chiare: «Caro direttore, in questo periodo per te burrascoso, vorremmo che ti giungesse il nostro sostegno. Ti abbiamo sempre ammirato per la tua capacità professionale nel creare squadra, per la tua sensibilità umana prima che professionale che ti permette di vedere oltre il semplice problema, per il sostegno che ci hai sempre assicurato quando ti presentiamo le criticità nella gestione delle nostre unità operative. Dalla tua stanza si esce sempre con soluzioni applicabili, idee, strumenti e modalità che ci permettono di assicurare la piena soddisfazione dei bisogni espressi dai cittadini, utilizzando al meglio le risorse che la Regione ci mette a disposizione». Numerose le firme in calce alla lettera e tra queste spiccano quelle dei direttori di distretto dell'Asl che, appunto, guidano i singoli territori.
Sin qui il clima di lavoro, poi l'attestato di stima senza riserve: «In te riconosciamo il direttore, ma soprattutto la nostra guida; una guida che non ci fa mai pesare la sua posizione, ma che preferisce condividere con i suoi collaboratori qualsiasi scelta, valutare assieme qualsiasi procedura, creando percorsi trasparenti e virtuosi. Senza mai imporre, ma scegliendo di percorrere la strada migliore». E prima ancora c'è stata l'esternazione dei sindacati di categoria che all'indomani dell'arresto non hanno esitato a confermare la stima nei confronti del manager e la speranza di un suo rientro in sella.
Senza giri di parole Antonio Tarantino, segretario provinciale della Uil Fpl, aveva parlato in modo netto all'indomani del blitz: «Esprimo perplessità su quanto accaduto. Da modestissimo operatore del diritto, sulla base di quanto reso pubblico, e avendo seguito il primo processo che vedeva imputato l'allora direttore sanitario, mi sembra tutto molto strano. Ci si ricorda oggi di rilevare cose che dovevano essere sottolineate nella fase dibattimentale. Perché la sentenza di assoluzione non è stata impugnata e se qualcuno dubitava delle motivazioni che hanno portato a quella decisione non ha indagato sin da subito? E perché la Asl e la Regione non si è costituita parte civile? Sono tante domande a cui sarebbe opportuno che qualcuno desse qualche risposta».
E lo stesso tipo di rammarico era stato espresso anche da Fabio Orsini, segretario provinciale della Cisl Fp, e da Silvio Cataldi della segreteria Fials di Lecce. Bisognerà vedere cosa deciderà la Regione quando sarà notificato il rinvio a giudizio di Narracci. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia